Una pericolosa “alternativa” tedesca

La Destra in Germania attraversa una fase di fermento e di ristrutturazione. Emergono nuovi movimenti non dichiaratamente neonazisti, ma che dietro il “doppiopetto” nascondono temi xenofobi e nazionalistici e sfruttano il malessere e il risentimento sociale della piccola borghesia. Tra queste forze spiccano la AfD (Alternative für Deutschland), e la PEGIDA, acronimo che sta per Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente.


Una pericolosa “alternativa” tedesca

La Destra in Germania attraversa una fase di fermento e di ristrutturazione. Emergono nuovi movimenti non dichiaratamente neonazisti, ma che dietro il “doppiopetto” nascondono temi xenofobi e nazionalistici e sfruttano il malessere e il risentimento sociale della piccola borghesia. Tra queste forze spiccano la AfD (Alternative für Deutschland), e la PEGIDA, acronimo che sta per Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente.

di Corrado Lampe

All'inizio c'era la "AfD", Alternative für Deutschland (alternativa per la Germania), un movimento/partito euroscettico apparso dopo il riassorbimento dei "Pirati" e la riduzione del partito liberale alle dimensioni di una bocciofila. Per la prima volta dalla fine della guerra una formazione politica non palesemente di estrema destra faceva propri temi antieuropei e razzisti. Ed ancora dal partito liberale provenivano alcuni dirigenti, i quali si erano immediatamente distinti per le proprie idee confuse, ma tendenti chiaramente alla xenofobia con un tono di sottofondo antisemita, che la FDP non era mai riuscita a dissimulare completamente e che per loro bocca veniva chiaramente a galla.
La stampa allineata ha tentato in modo più o meno scoperto di aiutare la crescita di questa formazione dalla spontaneità dubbia e dai finanziamenti poco trasparenti, a parte i quasi due milioni di rimborso elettorale avuti dallo Stato. Proprio dal loro principale finanziatore, l'armatore Folkard Edler, si capisce in che direzione intendono marciare: no all'euro e profughi a casa loro.

Elettoralmente non sono riusciti a superare la soglia del 5% a livello nazionale, ma hanno ormai diversi rappresentanti nei parlamenti dei Länder e una pattuglia di 7 deputati al Parlamento Europeo, accolti a braccia aperte dagli euroscettici di destra.
Che l'AfD volesse pescare voti in una fascia di elettori moderati delusi dalla CDU lo facevano capire slogan del tipo: "I greci soffrono, i tedeschi pagano e le banche incassano", riunendo in una sola frase tipi diversi di malcontento. Ma quando si tratta di parlare degli organi di informazione, la loro vera anima si palesa. Per l'AfD i giornalisti sono il "branco mediatico", un modo di esprimersi che ricorda perfettamente il linguaggio di Goebbels, il diabolico propagandista di Hitler.

Mancato il successo della sedicente Alternativa per la Germania, un nuovo movimento si è ora come d'incanto materializzato a Dresda.
Si chiama PEGIDA, acronimo in stile tedesco che significa: Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente. Si sono così visti sfilare per le strade di Dresda circa 10.000 cittadini tutti uniti contro "l'estremismo islamico", in difesa della "essenza umana cristiana".
Il successo sorprende per davvero.
Innanzitutto in tutta la Sassonia, di cui Dresda è la capitale, gli immigrati sono circa il 2 per cento e i mussulmani in particolare appena lo 0,1 per cento. I motivi devono dunque stare da qualche altra parte e i partecipanti, assolutamente eterogenei, o sono dei paranoici oppure sono spinti da motivi non ancora individuati, ma dimostrano, comunque, che risentimenti nazionalistici e razzismo sono diffusi anche nel mezzo della popolazione e non più patrimonio esclusivo dei naziskin.
Robert Koall, direttore artistico del Teatro di Stato di Dresda, ritiene che non esista ancora una sorta di guerra civile, ma mette in guarda da interpretazioni troppo affrettate. Non è un fuoco di paglia, ma si tratta di un fenomeno sociale che affonda le proprie radici in un malumore reale che si manifesta, al momento, attraverso reazioni irrazionali basate su dati falsi e informazioni manipolate ad arte.

In questo senso è da tempo che si sviluppa una campagna che alcuni vedono come pura e semplice sobillazione.
In prima fila si trova senza dubbio Thilo Sarrazin, già membro del direttorio della Deutsche Bank ed ex-assessore alle finanze di Berlino, personaggio discusso e discutibile, che con un suo libro provocatorio ha spacciato per dati di fatto, banali pregiudizi razzisti e autentiche panzane.
Comunque, per tornare all'AfD, questa è stata in parte risucchiata nella presenza mediatica dalla PEGIDA, avendo entrambe le formazioni in comune gran parte della base popolare, fatta di naziskin, pensionati preoccupati e famigliole incerte.

Questa settimana è infine arrivata dalla bocca di Angela Merkel la scomunica, sollecitata a gran voce da più parti: "In Germania vige la libertà di manifestare, ma non c'è nessuno spazio per l'istigazione all'odio e alla diffamazione di persone provenienti da altri paesi".
Questo dovrebbe arginare almeno in parte l'espansione della PEGIDA, ma esiste anche il pericolo che si sviluppino legami sempre più effettivi con movimenti neonazisti che si stanno allargando minacciosamente in diversi paesi membri dell'UE, come in Ungheria o nei paesi baltici. Ad alimentare una possibilità del genere c'è la constatazione, avanzata dal filosofo neomarxista sloveno Slavoj Žižek, secondo il quale il matrimonio tra capitalismo e democrazia è ormai finito e la porta a ogni possibile disgrazia è ormai aperta.  

20/12/2014 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Corrado Lampe

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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