Il boia della democrazia? La "grande" democrazia del MO

L’“eroico” esercito, i bambini pericolosi e gli opinionisti che tutto giustificano.


Il boia della democrazia? La "grande" democrazia del MO

Mettetela come volete, ma ieri Miele, Serra, Mentana e compagnia cantante, eredi degli ottimi Telesio Interlandi e Carlo Ravasio, non si sono spostati di un centimetro dall'adorazione per il sacro totem dell’ «unica democrazia del Medio Oriente» e hanno raccontato le loro favole su un'orribile tragedia anche se il sommo sacerdote che guida l’esercito di Davide bombardava il punto fisso di distribuzione dell'acqua nel campo «nuovo» di Nuseirat.
Perché?
Vi prego di non fare domande sciocche e sospette; lo sanno tutti che è proprio lì che i "terroristi" di Hamas sono accampati! Che volete che faccia l’eroico esercito del sacro totem? Che si faccia cogliere di sorpresa da un nuovo 7 ottobre?
Ci credano o no, gli opinionisti eredi di Interlandi giustificano così la morte di un volontario che tentava la distribuzione e quella di altri 10 pericolosissime bambine e bambini che, fingendo di essere in fila per prendere l'acqua, erano invece  pronti a fare strage di innocenti soldati israeliani. Non a caso tra i feriti c'è un ragazzo che si vede spesso nelle immagini della rare e rischiose distribuzioni di pane (certamente una recluta di Hamas) e il fratello di una volontaria sempre pronta a impastare farina e a farne pane. Troppa farina, troppo pane e troppa incoscienza, per non pensare a una giovanissima soldatessa di Hamas.
Naturalmente, ci dicono Interlandi, Ravasio e compagnia cantante, oggi, per proteggere i bambini e le bambine di Gaza da nuove sparatorie causate da Hamas, non ci sarà distribuzione e così non moriranno fatti a pezzi da cannonate e cecchini. Moriranno più naturalmente di fame e di sete...
Questo domani ci diranno i nostri inesausti opinionisti: Miele, Serra, Mentana e compagnia cantante.

14/07/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giuseppe Aragno

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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