L’incognita di Podemos. La possibilità del cambiamento

Non è la genialità di Iglesias che può spiegare il fenomeno Podemos, ma è l’impatto negativo delle politiche capitaliste nella perferia europea. Seppure è un fenomeno ancora pieno di incognite, Podemos è una buona notizia perché è un sintomo che anticipa la possibilità del cambiamento.


L’incognita di Podemos. La possibilità del cambiamento

Non è la genialità di Iglesias che può spiegare il fenomeno Podemos, ma è l’impatto negativo delle politiche capitaliste nella perferia europea. Seppure è un fenomeno ancora pieno di incognite, Podemos è una buona notizia perché è un sintomo che anticipa la possibilità del cambiamento. 

di Pablo Gandolfo 

Un'incognita che rimpiazza una brutta certezza è comunque una buona notizia. Ovviamente questa potrebbe acquisire un segno negativo, ma comunque anticipa la possibilità di un cambiamento. La nebulosa attorno a Podemos è allo stesso tempo un’incognita, un sintomo e una possibilità. 

L’apparizione e l’ascesa di Podemos in Spagna non trova spiegazione nella semplice genialità di un gruppo di politologi. La sua causa principale è un nuovo spettro che si aggira per l'Europa e del quale normalmente non si vuole pronunciare il nome. Come se non farlo fosse una maniera per scongiurarlo. La crisi strutturale del capitalismo, che si sta sviluppando in maniera ciclica e sempre più estesa dal 1973, ha in questa fase un impatto particolare sull’Europa; e dentro il continente sulla sua periferia. 

È oggi impossibile un “capitalismo keynesiano” tanto quanto lo è un “capitalismo neoliberista”. Keynesismo e neoliberismo sono due forme alternative e complementari della gestione del modo di produzione capitalista. 

Il keynesismo senza neoliberismo - tanto quanto il neoliberismo senza keynesismo - sfocia in squilibri profondi che poi il suo complementare (non opposto) va a risanare. Ambedue sono necessari per “risanare” gli squilibri che produce l’applicazione continuativa dell'altra modalità economica.

Dopo un programma keynesiano o si esce dal capitalismo oppure, se si vuole rimanere dentro il suo modello economico-sociale, bisogna applicare per forza un programa neoliberista per rallentare la produzione ed evitare il collasso. Questo è quello che fa il neoliberismo: elimina quello che eccede.

Il mercato comune e l'euro sono gli strumenti per realizzare il risanamento su scala europea. La “competitività” in un mercato allargato - non nazionale - ed una moneta sopravvalutata - l'euro - determinano il fatto che la sopravvivenza sia impossibile per le imprese meno “efficienti” dal punto di vista della concorrenza. Eliminando mezzi di produzione eccedenti di alto costo e poco profittevoli si ristabilisce l'equilibrio. Fallimenti, fusioni e riassorbimenti da parte dei maggiori monopoli sono la forma concreta che prende questo processo. 

Realizzando questo compito su scala europea, questa cancellazione di mezzi di produzione avviene innanzitutto nelle economie meno “efficienti”, nella periferia del vecchio continente. Il contraltare di questo processo è che i benefici invece si concentrano nelle economie più efficienti, principalmente in Germania. 

Eliminare i diritti acquisiti con il welfare state, ossia l'istituzionalizzazione del keynesismo, è un altro passo necessario per il risanamento sistemico.
Il conseguimento di questi obiettivi da parte dei governi nazionali e delle autorità europee ha un impatto sociale pesante per la maggior parte della popolazione. Prima o poi questo impatto si traduce sul terreno politico come perdita di legittimità delle istituzioni nel loro complesso e principalmente dei partiti incaricati storicamente di applicare queste politiche. 

Questo è il contesto che spiega l’apparizione di Podemos in Spagna e il dispiegamento di queste politiche su larga scala in Europa è stata la condizione per la vittoria di Syriza in Grecia, dell’arretramento che subiscono le forze politiche tradizionali nella maggioranza dei paesi europei e dell’emergenza per l’avanzata di nuove forze di ultradestra che, con grande furbizia, indicano nell'Eurozona l’origine di tutti i mali. 

La distruzione iniziata nell'ultimo quinquennio dei sistemi politici europei conosciuti è il prodotto di questo processo. Siccome questo processo colpisce più profondamente nella periferia del continente, è lì che troviamo i suoi effetti più forti. Ma presto o tardi colpirà anche nel centro europeo. 

Nel caso concreto della Spagna, quello che incomincia a scricchiolare è l'ordinamento socio- politico sorto dai Patti della Moncloa [1] che a loro volta prolungarono nella democrazia i rapporti di forza tra le classi sorti dalla sconfitta militare della Repubblica di fronte al fascismo. 

È questo processo multidimensionale che spiega Iglesias, Errejón e Monedero e non la loro genialità individuale che illuminerebbe Podemos. Podemos è una buona notizia, perché è un sintomo che anticipa la possibilità del cambiamento, perché è un’incognita che si incomincia a svelare.

Resumen Latinoamericano

Note: 

[1] Dopo la fine della dittatura, nell’ottobre ’77, vennero siglati a Madrid i Patti della Moncloa, un accordo sociale tra le forze parlamentari con gli apparati di potere politico ed economico ereditati dal franchismo per contrastare la crisi economica.

01/05/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Pablo Gandolfo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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