Unità, ma per che cosa?

Astensione al voto e ruolo degli elettori sono ignorati dal PD. Nelle Marche parla di pace ma a Bruxelles vota per un conflitto armato contro un nemico che non esiste. In parlamento ha sempre votato sì all’invio di armi in Ucraina. 


Unità, ma per che cosa?

Il dato, pessimo, sull’affluenza alle urne in occasione delle elezioni regionali delle Marche del 28 e 29 settembre, che si è attestato al 50,01%, il PD non pare proprio né di averlo analizzato né di aver prestato attenzione per sviluppare considerazioni politiche e sociologiche di qualche tipo, nonostante i media abbiano pubblicato continui articoli sulle analisi del voto con particolare riguardo al risultato del candidato perdente Matteo Ricci, che ha avuto 286.209 voti, 44,44%, e  al presidente eletto Francesco Acquaroli, i cui  voti sono stati il 43%. L’affluenza alle urne viene archiviata senza attenzione come fosse, quasi, un’opzione insignificante: se la gente va o non va a votare per il PD Marche è la stessa cosa e quindi non ha e non dovrà mai avere un peso politico, tanto che nella dichiarazione [1] della segreteria del PD delle Marche sul risultato delle elezioni regionali si è dichiarato: 

“Il risultato uscito dallo scrutinio ci consegna una sconfitta ma anche un dato politico chiaro: rispetto a cinque anni fa recuperiamo diversi punti percentuali, quasi 10. Il centrosinistra nelle Marche è tornato a competere”.

Quasi tutto ok, quindi, per la segreteria del PD che, come si vede, l’aumento dell’astensione al voto non viene neanche citato come se non fosse il primo e fondamentale dato in questa fase da analizzare in relazione alle elezioni appena svolte. 

Il Pd come lista della coalizione ha ricevuto il 22,50% dei consensi e nel consiglio regionale ha 7 consiglieri su 11 dell’opposizione e, quindi, dovrà giocare un ruolo primario che dovrebbe avere, si spera, un peso in questa legislatura. È chiaro che il PD è la forza maggioritaria dell'opposizione in Consiglio - e valuteremo comportamenti dei suoi consiglieri nei prossimi mesi - ma in questo articolo si vuole mettere in rilievo come le analisi del voto che vengono comunicate tramite i media sono delle analisi mai partecipate con gli elettori che non sono stati coinvolti. Il PD e anche l’insieme della coalizione considera gli elettori come soggetti non pensanti e obiettivamente incapaci, a livello politico s’intende, di fare osservazioni mirate. Come se, in pratica, l’unico dovere che gli elettori hanno sia quello di votare e, per il resto, di contare zero. Certo, nelle Marche gli elettori del centrosinistra non hanno mai avuto un particolare peso politico e, secondo l’opinione di chi scrive, continuano ancora oggi a non averlo nonostante la destra governi la regione e amministri vari comuni. La prova eloquente di ciò è che Chantal Bomprezzi, segretaria regionale del PD delle Marche, nel comunicato stampa del 28/11/2025 [2] della Direzione regionale del Partito Democratico, proprio considerando le “ragioni di una sconfitta dolorosa” delle elezioni regionali ha dichiarato:

“Un risultato di questo tipo non può che avere ragioni profonde. Ancora paghiamo le ferite del passato. Negli anni la destra si è radicata nei Comuni, anche laddove eravamo più forti. Il centro sinistra non è ancora percepito come alternativa di governo, e la coalizione non è matura”.   

Che la coalizione non sia matura merita approfondimenti a parte che non sono possibili in questa sede. Come si vede, la segretaria invita a considerare la sconfitta in sé ma non evidenzia alcuna considerazione che riguardi gli elettori e chiaramente s’ignora di conseguenza l’aumento dell’astensione al voto: inutile dire che questa situazione è destinata nel tempo ad allontanare sempre di più gli elettori dalle urne. La Direzione del PD delle Marche non vuole considerare che siamo nel 2025 e la società è cambiata rispetto agli anni Novanta, oggi esistono nuovi strumenti di comunicazione e il cittadino/elettore, sebbene subisca manipolazioni raffinate, viene naturalmente informato dall’ambiente mediatico ed è in grado politicamente di pensare con la sua testa e quindi anche di accettare di non votare perché non sa bene che cosa faranno i candidati. Non si è compreso che ciò vale soprattutto per i giovani che nelle Marche non sono più quelli degli anni Novanta e quando si trovano davanti il buio politico oppure il vuoto programmatico,  semplicemente non vanno a votare e considerano l’astensione come un atto di protesta contro il sistema corrente dei partiti e anche dei movimenti che sono partiti mascherati: ovviamente sbagliano e nel corso della loro vita avranno modo di riflettere e anche di cambiare opinione ma passeranno anni e, in ogni caso, il loro pensare merita delle opportune considerazioni.

Questo, in sintesi, il quadro politico del PD nelle Marche che in Consiglio regionale sta all’opposizione mentre nelle varie province la politica è in movimento continuo anche se, obiettivamente, non viene percepito. Ad esempio, si ignorano le vicende politiche in corso a San Benedetto del Tronto, città nella quale il 10 novembre due assessori comunali hanno dato le dimissioni seguiti, dopo 8 giorni, da 15 consiglieri comunali che rappresentano l’opposizione. Dimissioni che, in tempo reale, hanno causato lo scioglimento del consiglio comunale e il giorno successivo l’arrivo del Commissario. In città dopo qualche giorno si è aperta di fatto la campagna elettorale per le elezioni amministrative che si dovranno tenere nella primavera del 2026. Come è noto, i media hanno dato notizia che vari gruppi politici, di tendenze diverse, hanno promosso incontri pubblici e il PD locale e le altre forze della coalizione è come se non esistessero ed è il caso di gridare: Dove sono? Cosa stanno facendo?   

Non è un caso che il centrodestra a San Benedetto del Tronto abbia incontrato il commissario Rita Stentella [3] mettendo al centro i temi dell’ex stadio Ballarin, il lungomare e nuovo piano urbano (quest’ultimo non è chiaro come relazionerà rispetto al consumo del territorio che è una piaga che compromette lo sviluppo di una città che è a vocazione turistica  l’economia urbana e non dovrebbe essere una città dormitorio, forse per chi non risiede a San Benedetto può sembrare che questo sia in sé un fatto insignificante ma lo si cita in quanto si inserisce in una maglia programmatica di piano elettorale che dovrebbe tenerne conto. I cittadini di San Benedetto del Tronto in questa fase ricevono informazioni politiche che riguardano la città soltanto dalla destra, il centrosinistra o Campo largo non c’è, non esiste. E il PD locale? È bravo chi lo vede al lavoro e ormai è Natale e, come si dice, dopo le feste viene a cercarmi.  

Quello che non è stato recepito è che nelle Marche ha vinto la destra, con circa il 6% in più dei consensi, ma al di là delle ragioni del perché sia andata così, è in corso una vera e propria svolta politica che coinvolge complessivamente l’insieme dei cittadini delle Marche, le motivazioni sono complesse ma sono in relazione stretta soprattutto con i comportamenti personali e collettivi dei noti, e meno noti, personaggi del centrosinistra che a partire dagli anni Novanta agiscono come se fossero indipendenti dal corpo elettorale delle Marche. Oggi cosa si vuole fare? Non è chiaro! Si coglie un atteggiamento da un lato aristocratico in cui i cittadini non hanno voce e, dall’altro, PD e AVS mentre rilasciano, a livello locale, dichiarazioni roboanti sulla questione della Palestina e la striscia di Gaza, poi a Bruxelles votano e appoggiano convintamente e con passione politica tutte le scelte di Ursula von der Leyen. Il PD a Bruxelles sta preparando insieme alle altre forze politiche dell’UE uno scontro armato con la Russia che non sta né il cielo e né in terra e sta finanziando armamenti che, soprattutto in Italia, stanno sottraendo risorse alla sanità e all’istruzione, settori pubblici e fondamentali che stanno attivando nuove fasi di miseria nelle quali aumenterà l’odio proprio contro il PD e AVS. Si spieghi perché PD e AVS pensano che i cittadini siano incapaci di fare analisi e soprattutto di vedere che a livello locale fanno finta di essere per la pace mentre a Bruxelles sono favorevoli con entusiasmo per aumentare le spese per armamenti?

È chiaro che, se il quadro politico delle Marche non cambia, anche a livello locale come potrebbe essere a San Benedetto la destra vincerà le elezioni nella primavera del 2026 e i segnali sono evidenti. Il quadro politico può cambiare soltanto se il PD la smette a San Benedetto di essere silenzioso e di non fare nulla, al riguardo sappiamo bene che AVS segue il PD sempre, e al di là di effimere dichiarazioni sui conflitti in atto, ma non su quello tra Russia e Ucraina, l’insieme del centrosinistra è silente e converge quasi su tutto e la dialettica politica così si spegne. PD e AVS ci stanno consegnando alla destra e nella pratica politica ai fascisti, s’invitano pertanto gli iscritti al PD e AVS di guardare la realtà e attivarsi, la destra non è imbattibile anche se oggi proprio nelle Marche ci appare forte. Certo lo è, e storicamente il suo destino è quello di essere battuta ma di certo non sarà sconfitta con il silenzio soprattutto mediatico.    

  

Note:

[1] (https://www.pdmarche.it/news/dichiarazione-della-segretaria-del-pd-marche-sul-risultato-delle-elezioni-regionali-2025.html).

[2] (https://www.pdmarche.it/news/il-pd-marche-tiene-la-rotta-la-segretaria-bomprezzi-guida-la-ripartenza-e-chiama-all%E2%80%99unit%C3%A0.html).

[3] (https://www.lanuovariviera.it/category/dal-territorio/san-benedetto-del-tronto-notizie/il-centrodestra-incontrano-il-commissario-stentella-al-centro-ballarin-lungomare-e-nuovo-piano-urbano/#google_vignette).




06/12/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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