Interni

Per tre giorni, il 18, il 19 e il 20 maggio, piazza Montecitorio ha visto esplodere la protesta dei lavoratori della scuola. Il ddl dai contenuti classisti e liberisti non si ferma e sta diventando legge, avendo già passato lo scoglio della camera dei deputati manca “solo” il Senato.

L’annuncio dell’uscita di Civati dal PD non avrebbe dovuto far dormire per molte notti di seguito il capobastone Renzi, il quale, però, minimamente preoccupato della scissione del più grande partito della “sinistra” italiana dal dopoguerra, si prepara a colpire il fianco sinistro con provvedimenti impopolari e distruttivi quali la riforma della scuola in chiave thatcheriana, come neppure Valentina Aprea aveva mai sognato.

Da quando Simone de Beauvoir cominciò il suo ragionare, e la sua critica, attorno a L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato di Engels, sicuramente molto di quella complicata coesistenza è stato dipanato ma non certo risolto. Troppo lungo sarebbe cercare di ricostruire gli oltre 50 anni di questa difficile riflessione e dell’altrettanto difficile agire, su entrambi i fronti, che quella riflessione ha comportato

Dunque, la partita è chiusa. Renzi è riuscito – con il minimo sforzo, considerata la disarmante pochezza politica della minoranza del Pd – a mettere in sicurezza il suo disegno para-totalitario: l’Italicum è cosa fatta.

Si sono finalmente svolte, dopo l’ennesimo rinvio, le elezioni per rinnovare i comitati degli italiani all’estero (Com.It.es), le assemblee elettive che devono svolgere una funzione di raccordo tra la comunità italiana all’estero e le sue associazioni, con ambasciate , consolati e le altre istituzioni italiane ed occuparsi dei problemi della nostra comunità emigrata.

Per una ricostruzione storico-filosofica dei motivi per cui tutti i lavoratori salariati, la forza lavoro in formazione e i sinceri democratici dovrebbero battersi contro il resistibile tentativo del governo di portare a compimento l’ormai ventennale processo di dequalificazione della scuola pubblica statale.

È stata una grande manifestazione quella del 1° maggio scorso nella consueta giornata della MayDay milanese. Tanti movimenti, i laboratori per lo sciopero sociale, la galassia dei centri sociali, associazioni politiche e culturali, organizzazioni sindacali di base, alcuni partiti della sinistra comunista e di classe e collettivi studenteschi hanno portato in piazza quasi 30.000 persone che, in maniera determinata e militante, hanno manifestato a Milano le ragioni del No all’Expo del capitalismo e dell’imperialismo. 

Il disegno di legge delega sulla riforma della Pubblica Amministrazione, approvato recentemente al Senato con le consistenti modifiche subite in sede di 1° commissione “affari costituzionali” [1] è pericoloso non tanto perché cambia il “verso” delle politiche sulla PA ma perché costituisce una forte accelerazione nello stesso brutto verso imboccato negli ultimi decenni di controriforme. 

Che il diritto all’abitazione sia tra quelli assolutamente fondamentali per un’esistenza libera e dignitosa dovrebbe ritenersi cosa certa. E in effetti lo sarebbe anche in base alle enunciazioni della nostra Costituzione: i suoi stessi artt. 2 e 3 restano svuotati di significato se non si garantisce a ciascuno di avere un’abitazione.

L'Italicum è legge dello Stato. L'iter di questa legge elettorale, talmente antidemocratica da non avere eguali in nessun altro Paese al mondo, ha superato l'ultimo scoglio. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha apposto la sua firma di garante della Costituzione due giorni dopo l'approvazione alla Camera, il 6 maggio.

Un corteo immenso in una Milano sotto la pioggia. Decine di migliaia di persone, forse 30.000, hanno sfilato pacificamente tra le vie del capoluogo lombardo per denunciare senza riserve le infinite nefandezze che si celano, nemmeno troppo nascostamente, dietro Expo.

L’unità dei lavoratori e i sacrifici che il mondo della scuola deve compiere per contrastare la politica del Governo Renzi, a partire dallo sciopero del 5 maggio, debbono avere degli obiettivi chiari e semplici: il ritiro del DDL Renzi, lo stralcio del decreto assunzioni dal disegno di legge, il rifinanziamento dell’istruzione per 6 miliardi e l’approvazione della legge d’iniziativa popolare in discussione in Parlamento.

Il dissenso espresso dal Comitato Nazionale Scuola e Costituzione , di cui faccio parte, nei confronti della recente proposta dell’UAAR di destinare i fondi statali dell’8 per mille anche all’edilizia scolastica ha sollevato non poche obiezioni e risentimenti, su diversi fronti.

Fra le disposizioni contenute nel DDL sulla scuola quella sulla chiamata diretta dei docenti, attraverso l’istituzione di appositi albi territoriali, è incostituzionale e non rispetta le regole contrattuali. Impedire la trasformazione dei docenti in burattini manovrati dal Dirigente, sballottati da una scuola all’altra, significa assumere la difesa della libertà di insegnamento a partire dallo sciopero del 5 maggio.

La no-stop del Primo maggio a Lampedusa con cortei, comizi e musica. Centinaia di persone contro la militarizzazione di un territorio che diventa carcere per i migranti, terreno di infrastrutture militari e speculative e avamposto di guerra per la Nato. 

“Ho assistito, in Parlamento, a dibattiti sconvolgenti. Ho sentito parlamentari dire che non può essere punita la sofferenza psichica prodotta dalla tortura. O che la tortura, per essere tale, deve essere ‘reiterata’. Abbiamo sentito il governo spiegare che in Italia manca un reato specifico, perché la tortura è ‘lontana dalla nostra mentalità’”.

Nubi plumbee aleggiano sui destini della nostra scuola pubblica. Mentre migliaia di studenti trascorrono le loro giornate in edifici fatiscenti che cadono a pezzi, il Governo ha presentato il testo del decreto di legge sulla “Buona Scuola”. Fra i tuoni autoritari e le piogge di tagli, la riforma prospettataci dal Ministro Giannini prefigura una scuola pubblica privatizzata e in balia di crudeli logiche di competizione e di sfruttamento del lavoro giovanile. 

In questo articolo forniremo, per ragioni di spazio, una breve informativa che speriamo possa dare un’idea, di massima ma chiara a sufficienza, sulla questione spinosa delle unioni civili e dei diritti di tutte le cosiddette “coppie di fatto” nel nostro paese. Spinosa ovviamente perché l’orientamento del Vaticano nella vita culturale, sociale e politica ha notoriamente un fortissimo peso ed è spesso parte integrante della strategia delle classi dominanti nel nostro paese nonostante la “laicità” dello Stato.

“Rifondazione Comunista parteciperà alla No Expo MayDay a Milano il 1° Maggio”. Questo il titolo di un comunicato della segreteria nazionale PRC pubblicato il 20 aprile sul proprio sito nazionale. 

Salvatore d'Albergo ha dedicato studi ed energie di una vita alla difesa integrale della Costituzione e si è battuto tenacemente contro la svolta involutiva della Bolognina. In suo nome viene data vita all'Associazione “Il Lavoratore – Salvatore d'Albergo”, che contribuisca alla costruzione di un fronte antifascista di lotta contro la demolizione della Costituzione, per una nuova Resistenza, perché l'attacco contro la Costituzione antifascista ed economico-sociale iniziato da Occhetto, proseguito poi da Berlusconi, Prodi, D'Alema, Monti, Letta e Renzi, non è revisione, ma sovversione dall'alto.

18 aprile 2015, ore 11. È scoccata l’ora X. All’unisono, in tutte le piazze del mondo occidentale, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Italia a Malta, dal Portogallo alla Germania ed in tutti i 28 paesi dell’Unione Europea, centinaia di migliaia di cittadini si sono dati appuntamento per manifestare nei modi più fantasiosi 

Dopo il risultato ottenuto alle elezioni europee i promotori de L’Altra Europa pensavano di andare più spediti verso la costruzione di una casa comune. E invece, oltre a qualche buona iniziativa, il progetto si è scontrato con tensioni interne e anche qualche porta sbattuta. E ora deve fare i conti con l’occupazione dello stesso spazio politico da parte della coalizione sociale di Landini e con gli equilibrismi di SEL che con un piede è nell’Altra Europa e con un un altro costruisce un proprio percorso di coordinamento delle sinistre chiamato “Human Factor”. Mentre nelle amministrazioni locali Vendola & co. continuano a sostenere il PD ovunque quest’ultimo non rifiuti l’alleanza. E intanto in questi progetti di “unità della sinistra” tarda ad arrivare l’adesione alle manifestazioni No Expo per non mettere in discussioni il rapporto con la giunta Pisapia. Pubblichiamo il primo resoconto da Controlacrisi dell’assemblea nazionale de L’Altra Europa. La redazione di LCF.

«Il governo riconferma con convinzione la propria fiducia nei vertici di Finmeccanica e segnatamente in Gianni De Gennaro»; così il giorno 9 aprile, durante una conferenza stampa, Matteo Renzi chiudeva la questione relativa alle possibili dimissioni dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, sorta dopo la sentenza della Corte europea dei diritti umani sui fatti avvenuti nella scuola Diaz di Genova nella notte del 21 luglio 2001

Commemorare il 25 Aprile significa tornare al semplicemente al passato o mantenere vivo nel presente il concetto di Resistenza? Per cercare la risposta a questa questione ci avvarremo della lezione di Hegel, il quale ha condotto in modo radicale la critica alla teoria oscurantista del ritorno al passato. Nella nota analisi critica della coscienza infelice, nella Fenomenologia dello spirito, Hegel mostra che i cristiani che volevano tornare al passato, tornando al Cristo storico

Roma e l'Italia, manco a dirlo, nel dopoguerra si muovono prevalentemente in bicicletta. Il mito futurista della velocità per ora può tornarsene in cantina. Qualcuno, dunque, decide di festeggiare quel primo anniversario della Liberazione anche con una corsa ciclistica: l'Unione Velocipedista da un lato e i partigiani, molti dei quali in bicicletta hanno fatto la Resistenza, dall'altro.  L’Unità

A meno di due settimane dal settantesimo anniversario della Liberazione, non è dato sapere che tipo di manifestazione ci sarà e da chi sarà composto il corteo di Porta San Paolo. Ma, a questo punto, non è dato sapere nemmeno se la manifestazione, per come la conosciamo da 69 anni, ci sarà

 

Siamo alla fase finale della progettata controriforma della scuola elaborata dal Governo Renzi; un disegno di legge che si colloca in perfetta linea con la concezione generale dei rapporti sociali precedentemente elaborata nel Jobs act e sulla base della quale si concepisce un modello d'istruzione e di formazione delle nuove generazioni. 

 

La nascita dell’INVALSI raramente viene posta in relazione con il quadro politico che annoda le vicende della valutazione, lo sviluppo delle strategie valutative messe in atto dall’Istituto, con il livello macro, quello dei cambiamenti socio-culturali in atto. L’individuazione di questo nesso può alimentare una critica più avvertita, un’opposizione in grado di produrre azioni di lotta più consapevoli dei risvolti, non solo educativi, ma propriamente culturali, dell’uso di dispositivi della valutazione cosiddetta di sistema, e di come essa sia il frutto del consolidamento del modello economico capitalista.

Esistono luoghi, spazi e storie del nostro Paese, che non raccontano le reali e tragiche vicende che portarono alla nascita della Repubblica dopo la lotta di Liberazione. L’esempio dell’Armadio della vergogna è emblematico della cattiva coscienza di una nazione che non ha mai fatto i conti col proprio passato, preferendo occultarlo più che affrontarlo ...

Mentre in Italia si era nel pieno della crisi Matteotti, iniziò a Mosca il V Congresso dell’Internazionale Comunista. La discussione della V assise mondiale fu caratterizzata dalla cosiddetta «svolta a sinistra», con la susseguente radicalizzazione, ma non abbandono, della formula del fronte unico, di cui venne accentuato il momento dell’unità dal basso. Formulazione che presupponeva un’analisi del capitalismo, caratterizzato da una fase di crisi acuta ...

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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