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Guerra alla guerra?
L'impotenza dei comunisti è anche il risultato dell’uso pubblico della storia e di un approccio errato alle problematiche nazionali e internazionali. Come siamo arrivati ai nostri giorni con l’egemonia del pacifismo e dell’equidistanza interclassista.
La guerra come una malattia
Così come una malattia, la guerra dovrebbe essere considerata un problema da risolvere e non il nostro destino (Gino Strada).
Intervista a Sara Reginella
No alla guerra in Ucraina! Né Putin né Nato
Lo scorso sabato centinaia di persone si sono radunate in piazza Santi Apostoli a Roma per protestare contro l’attacco russo all’Ucraina e al contempo denunciare l’espansionismo Nato, che si è allargata fino a lambire i confini della Russia.
La guerra in Ucraina
Le segrete stanze dove davvero si decide
La politica rinuncia a un suo ruolo e le istituzioni sono ostaggio del grande capitale. Mentre si rischia l’esplosione del conflitto armato sulla questione ucraina, un’altra guerra è in atto: contro i lavoratori. Occorre la ripresa del conflitto sociale.
occhi di bambini altri
La ferocia della guerra, in Bosnia come in altri luoghi del mondo, nei confronti dei bambini, spaventati, violati, mutilati, pur non avendo nessuna colpa da espiare.
I comunisti e le questioni internazionali
In nome del giusto richiamo alle contraddizioni interimperialiste, non si può arrivare a sostenere il proprio imperialismo nazionale e il polo imperialista europeo di cui si è parte, in quanto per i loro interessi non sempre convergenti con l’imperialismo statunitense favorirebbero il multipolarismo e la lotta per la pace.
difendi la terra
Nella circostanza della scomparsa di Gino Strada l’Autore ha scritto “una lirica - non rivolta direttamente a lui che di sicuro non avrebbe gradito ché non aveva alcuna necessità del comune consenso - giusta per ravvivare all'attenzione la qualità del suo esempio” di lotta fino alla fine contro le guerre, le ingiustizie e le devastazioni del Pianeta.
migranti
Il coraggio di lasciare la propria terra è mistificato da chi utilizza strumentalmente uno stato di svantaggio per fomentare una politica dell’esclusione.