Da un libro d’avanguardia tecnologica a grandi progetti per l’ambiente

Premio internazionale allo studio su una nuova tecnica per fissare i pavimenti mobili con agenti biologici.


Da un libro d’avanguardia tecnologica a grandi progetti per l’ambiente Credits: ecotileflooring.com

LOSANNA. Specialisti della meccanica del suolo ricevono un plauso mondiale grazie a un libro che qualcuno definisce eccezionale. Perché? “Dovrebbe essere richiesto alla giuria del Premio Roberval”, dice il direttore del Laboratorio di Meccanica del suolo del Politecnico federale di Losanna. Con la sua equipe ha ricevuto a Parigi il premio internazionale per la promozione e la diffusione della scienza e della tecnologia in francese. Una ricompensa che alcuni premiati con il Nobel hanno vinto prima di lui.

Il libro è intitolato “Meccanica del suolo e delle rocce”. Questo libro mette insieme i meccanismi dei terreni e delle rocce, che normalmente vengono trattati separatamente, e mette in luce argomenti finora riservati a pubblicazioni molto specializzate e non, quindi, libri per studenti, ingegneri o costruttori. In più evidenzia problemi relativi all'energia, ai pericoli naturali, all'ambiente.

Per circa dieci anni, le fondamenta di un edificio o di un tunnel sono state considerate non soltanto dal punto di vista della solidità. Si è cercato di sfruttare il fatto che nel seminterrato è possibile ottenere energia e si presta maggiore attenzione agli aspetti ambientali. Per riscaldare un edificio consumando meno energia possibile si utilizzano le sue fondamenta per assorbire il calore nel terreno.

Si pone l’attenzione, quindi, sul calore proveniente dalle fondamenta: concretamente si cattura direttamente il calore del terreno dalle fondamenta degli edifici integrando tubi pieni di liquido sui pilastri di cemento che sostengono il tutto. E le pompe di calore, quindi, trasformano in energia garantendo il calore in inverno e il freddo in estate. Il Politecnico di Losanna è pioniere di questa tecnica, definita geo-struttura energetica. C’è da aggiungere che nonostante alcune grandi conquiste - il nuovo terminal dell'aeroporto di Zurigo, a esempio – il progetto fatica a decollare proprio in Svizzera.

A causa della riluttanza di politica, economia e forza dell'abitudine. È chiaro che se l'impulso politico arrivasse l’aiuto sarebbe molto efficace. Da altre parti, a esempio Londra, le città affondano pile di energia nel terreno in poco tempo. Questo perché i sindaci impongono uno studio sulla realizzazione di pile di energia prima di qualsiasi costruzione di edifici pubblici. La loro realizzazione consente buoni risultati nella maggior parte dei casi e da qui scaturisce la loro proliferazione. Gli inglesi hanno sviluppato già molta esperienza in questo settore. E’ capitato anche quando Google ha costruito il suo nuovo campus in California con 2.500 pali energetici con l’aiuto della società inglese che conosce il migliore modo per farlo.

Il Politecnico di Losanna è coinvolto nella costruzione di 13 stazioni della metropolitana a Parigi con strutture energetiche geo-energia per l’estensione delle linee per le Olimpiadi 2024.

La mancanza di volontà politica si allea con il fatto che gli architetti rimangono piuttosto tradizionalisti nel loro approccio. La nuova tecnica va studiata così da diventare convincente ed essere utilizzata nei progetti. Questo compito non è tanto facile in quanto le geo-strutture energetiche sono più costose da installare rispetto alle fondamenta tradizionali, anche se a medio termine – nel giro di pochi anni - diventano più economiche, fornendo un'energia praticamente libera per il resto della vita degli edifici, ossia almeno 50 anni.

Le cose si muoveranno: dalla California l'impulso ha già conquistato tutti gli Stati Uniti e ora ha raggiunto l'Europa. L'UE ha definito la strategia: collegamento esterno per edifici con bilancio energetico prossimo allo zero a partire dal 2020.

Gli studiosi sottolineano l’importanza che la CO2 divenga roccia, un “sequestro” della CO2 nei terreni: da un punto di vista quantitativo questo è il primo metodo per eliminare questo gas. E’ già fatto in Giappone, Canada, Stati Uniti, ma sono i norvegesi i più avanzati in questo settore. Caricano la cattura del gas a chi lo produce ed è lo Stato che si occupa del trasporto e del “sequestro”. È importante dimostrare che funziona per avere una buona accettazione anche da parte della popolazione.

E l'ambiente? Nessun problema, secondo gli studiosi del Politecnico di Losanna. A temperature e pressioni che troviamo a 1 chilometro di profondità il biossido di carbonio vede il suo volume diminuito di 500 e finisce per ridiventare quello che era prima di essere estratto dal terreno sotto forma di idrocarburi.

Ricordiamo il bio-cemento per il terreno, un altro settore in cui la Svizzera è all'avanguardia. La tecnica è ancora sperimentale e il Politecnico di Losanna è senza concorrenti: l'ha inventato e brevettato. Si tratta di terreni "bio-migliorati" per renderli più resistenti, sia per il peso degli edifici sia per le frane. Il principio consiste nell’iniettare un batterio nel terreno per addensarlo formando legami cristallini fini e resistenti. Un sistema per sostituire le iniezioni di cemento ad alta pressione, più economico ed ecologico, perché prima si isolano i tipi di batteri presenti sul sito che vengono poi rimessi a terra in quantità maggiori. Una sorta di spinta alla natura.

Per sviluppare la tecnica il Politecnico di Losanna ha creato MedusoilLien externe, una start-up che lo scorso novembre ha vinto il secondo posto del Climate-KIC Launchpad, la più grande competizione al mondo per idee imprenditoriali sostenibili, a cui sono arrivati quest'anno più di 1500 partecipanti. Intanto un altro esempio di utilizzo del terreno viene da Airolo con la copertura dell'autostrada A2. Una “rinaturazione” che appare realizzabile. Il progetto prevede di sfruttare il materiale di scavo della seconda canna della galleria del San Gottardo per valorizzare il paesaggio del fondovalle. Al posto dell'autostrada, che sarà interrata, la zona di Airolo guadagnerà uno spazio verde e potrà dimenticare il rumore delle auto e il loro inquinamento con i gas di scarico.

31/03/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: ecotileflooring.com

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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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