L’idea di Ottolina Tv ruota intorno ad un progetto di media indipendente che si propone di costruire un informazione alternativa ai media dominanti incentrata sulla critica al suprematismo occidentale e sulla prospettiva di un mondo multipolare in cui gli interessi delle classi subalterne e dei popoli del terzo mondo vengano descritti, riconosciuti ed in prospettiva anche rappresentati.
Come collettivo la Città futura abbiamo partecipato ad alcuni dibattitti programmati nella festa e siamo intervenuti nell’assemblea conclusiva della domenica in cui tutte le realtà locali di Multipopolare (Milano, Roma, Bologna, Napoli, la Sardegna, Pescara, la Basilicata, Brescia, ed altre realtà), dialogando anche con altre associazioni (Paese reale, L’indispensabile, Marx 21, La Fionda ed altri) che costituiscono il percorso di “Tutti a Casa”, lavorano per sviluppare nel miglior modo possibile, sia la comunicazione che l’iniziativa politica. Un dato da premettere – anche per chi non conosce Ottolina Tv o Multipopolare è che si tratta di due realtà che non seguono precisamente la stessa logica organizzativa: Ottolina Tv è un media, la cui gestione è anche legata ad una dinamica di ascolti, quindi segue anche delle logiche "di mercato", mentre Multipopolare si presenta più come un associazione nella quale, condividendo i paletti di fondo nei quali si muove la Tv, si prova a sviluppare un intervento sui territori, anche a partire da realtà o individui che non condividono appieno tutti gli aspetti della concezione politica ma che si confrontano e si organizzano per operare nella realtà politica e sociale.
Non è possibile sintetizzare in un articolo l’interezza dei dibattiti che si sono svolti, poi, dato che a volte erano in contemporanea, non era possibile per il sottoscritto seguirli tutti (si trattava di ben 100 dibattiti) ma, dato che partecipo assiduamente al lavoro di Multipopolare Roma, era importante per me cogliere il senso complessivo dell’attività svolta, ma soprattutto provare a costruire un ponte tra l’analisi internazionale su cui Ottolina Tv è molto impegnata da anni ed il tentativo di definire una o più posizioni sulle questioni nazionali, sulle tematiche sociali e politiche che attanagliano il nostro paese. Va detto che Ottolina Tv rappresenta anche un momento d’incontro e di confronto tra intellettuali di alto spessore che si confrontano tra loro e si dialettizzano con il pubblico sviluppando una serrata critica all’ideologia dominante sotto vari aspetti: ideologico (penso ad Angelo D’Orsi, Moni Ovadia, Etc) Economico (Pascarella, Bottoni, Volpi, Gabellini) militare (Dall’Aglio e Orsi) politico. Ho fatto qui solo alcuni dei nomi d’intellettuali che hanno partecipato alla festa, cui va aggiunto un confronto sia politico che sulle risorse con il Movimento Cinque Stelle nella figura di Virginia Raggi. Il confronto con i Cinque Stelle, su cui quest’anno, a partire dal 5 Aprile si sono aperte delle polemiche dentro e fuori l’associazione, dal mio punto di vista, invece, è ben posto poiché non si tratta di uno schiacciamento ma di un interlocuzione e di un confronto da posizioni e modalità organizzative differenti e su temi generali. In alcuni casi, invece, ed io ho partecipato con passione ai pannel su Gramsci, il meridionalismo e i subalterni, gestito dai gruppi della Sardegna, si è, invece sviluppata una forte critica, a partire dai temi ambientali, ossia dalla volontà di Stato e Regione d’ imporre un piano nazionale di sviluppo dell’energia fotovoltaica (accanto al carbone e al gas) i movimenti territoriali con una forte carica autonomistica criticavano duramente l’indifferenza della Todde nei confronti delle lotte locali.
Sul tema degli intellettuali mi vorrei soffermare un attimo poiché ritengo che rappresenti il punto di forza ma anche un punto di relativa debolezza dell’impostazione di multipopolare. Per un verso va elogiato il lavoro della redazione di Ottolina che è riuscita a connettere e far interagire intellettuali critici dell’imperialismo in un confronto che è utilissimo anche per i militanti. Il limite, invece, ma a mio avviso è un lavoro enorme che dobbiamo fare, che l’approccio mediatico e sintetico delle trasmissioni e dei pannel a Pisa è utilissimo per la divulgazione – ed in parte anche per la prima formazione dei membri di multipopolare – ma risultando spesso una dinamica di ascolto del militante verso l’intellettuale – non sviluppa ancora quel passaggio cruciale nella formazione politica che è la costruzione dell’intellettuale collettivo, ovvero di un rapporto più organico, meno esteriore e separato tra militante ed intellettuale. A mio avviso multipopolare ha la possibilità di operare gradualmente come una sorta di intellettuale collettivo: si può ridurre il gap tra l’intellettuale tradizionale che espone e i militanti che ascoltano: la prospettiva più politica (non partitica) in cui comincia a muoversi multipopolare richiede questo passaggio, per il quale è necessario tempo ma anche volontà collettiva. Il prossimo anno spero che riusciremo a sperimentare con maggiore profondità questo passaggio dagli intellettuali critici all’intellettuale collettivo.