Io non voto con la destra!

Il parlamento europeo ha respinto la mozione di sfiducia contro la Von der Leyen, ma le dichiarazioni di alcuni europarlamentari di sinistra e centrosinistra che si sono astenuti o che non hanno partecipato al voto non sono accettabili.


Io non voto con la destra! Credits: https://www.flickr.com/photos/theleft_eu/49131536538

Il 10 luglio il Parlamento europeo ha respinto la mozione di sfiducia contro Ursula Von der Leyen e la Commissione europea con 360 voti contrari, 175 sì e 18 astenuti, al voto hanno partecipato 553 eurodeputati su 719 e si è svolto per appello nominale. Per essere approvata avrebbe dovuto ricevere i consensi o della maggioranza degli europarlamentari che compongono il Parlamento, quindi 360 voti, oppure i due terzi dei voti espressi, cioè 368 [1]. Questa mozione di sfiducia era stata presentata dall’eurodeputato Gheorghe Piperea, conservatore rumeno dell’Aur (Alianța pentru Unirea Românilor) che fa parte del gruppo dei parlamentari Ecr dei conservatori. Per la presentazione, Gheorghe Piperea aveva raccolto 76 firme degli eurodeputati, ne servivano 72. 

Come è noto la vicenda della sfiducia aveva preso forma sulla scia della richiesta del New York Times di visionare i messaggi tra la Presidente della Commissione europea e l’amministratore delegato della Pfizer, Albert Bourla, che furono scambiati mentre si stava per chiudere il più imponente contratto sui vaccini anti-Covid; tuttavia questi messaggi non sono mai stati resi pubblici e da qui ne è nato il ricorso del New York Times al tribunale Ue per accedere a visionare questi messaggi che Bruxelles ha lasciato intendere che sarebbero stati cancellati. I giudici hanno dato ragione al quotidiano americano e alla sua giornalista [2], Matina Stevis, e, come è stato riportato dai media, per loro tutti i documenti delle istituzioni debbono essere accessibili. Si è preso atto che non è stato così anche se era stato richiesto dai magistrati della corte del Lussemburgo, i quali avevano osservato come un semplice “non li abbiamo” non possa essere una giustificazione valida. Sul caso aveva aperto un’inchiesta anche la Procura europea, ma dopo le elezioni europee del 2024, da parte dei media, non è stato più pubblicato nulla su eventuali sviluppi e quindi è partita la mozione di sfiducia di Gheorghe Piperea che è stata formalizzata sul caso Pfizergate, così denominato giornalisticamente dai media. L’indagine era stata aperta dalle autorità giudiziarie belghe nell’aprile del 2023, in seguito alla denuncia di Frédéric Baldan, in merito ad alcuni contatti informali tramite sms tra Von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, e successivamente la vicenda è tornata al centro delle cronache politiche. 

Queste conversazioni sarebbero avvenute prima del grande accordo sulla distribuzione dei vaccini all’UE e proprio nel corso della pandemia del Covid-19 nel 2021, che, come è noto, hanno fatto realizzare una maxi commessa di vaccini contro il Covid di 1,8 miliardi di dosi di vaccino, che è stata la più grande e costosa mai sottoscritta dalla Commissione europea per i ventisette Stati membri. L’accusa che i giudici hanno mosso alla Von der Leyen è stata di “usurpazione di funzioni e titoli”, “distruzione di documenti pubblici” e “appropriazione illegale di interessi e corruzione”. I 76 firmatari della mozione di sfiducia però avevano intrapreso questa iniziativa anche per esprimere la propria contrarietà al piano “Rearm” dell’Ue, ma questo tema sebbene importante in questo articolo non sarà affrontato in quanto si è focalizzata l’attenzione principalmente sulle motivazioni delle dichiarazioni di voto, e di non voto, sulla mozione di sfiducia di alcuni europarlamentari italiani di sinistra e del centrosinistra. Il contesto del voto su questa mozione di sfiducia è stato in parte oscurato dai media. I telegiornali italiani hanno elogiato con enfasi Ursula Von der Leyen perché non era stata sfiduciata. La Von der Leyen al momento del voto non era presente in aula. Gli europarlamentari di Giorgia Meloni non hanno partecipato al voto. 

Il no alla mozione di sfiducia era scontato ed era stato ampiamente previsto dai media che la mozione sarebbe stata respinta. Il voto non doveva influire sulla Commissione europea né sull’immagine della Presidente. Le dichiarazioni di voto dei vari gruppi presenti nel parlamento europeo erano state diffuse dai media nei giorni precedenti al voto ed era chiaro che il no avrebbe prevalso. Il contesto del voto però ha presentato una novità importante e sconcertante per alcune motivazioni espresse nelle dichiarazioni di voto e soprattutto in quelle di non voto diffuse dagli europarlamentari italiani e riprese dai media subito dopo il voto, ma non analizzate. Carlo Fidanza che è il capo della delegazione di Fratelli d’Italia insieme ai capi della delegazione della maggioranza del gruppo dell’Ecr, cioè dei Conservatori, ha dichiarato: “il voto non è la nostra battaglia e le nostre delegazioni non hanno partecipato alla votazione”. Si tenga conto che le motivazioni delle destre naturalmente non interessano in questo articolo e vengono presentate soltanto perché sono notizie di riferimento, ma non meritano approfondimenti anche perché sono alquanto ordinarie e non interessano a chi non è di destra. Nelle varie motivazioni che si sono colte nelle dichiarazioni degli europarlamentari italiani non di destra e obiettivamente di sinistra o di centrosinistra è stato dichiarato con toni esclamativi: “Io non voto con la destra!”. Sembra il titolo di un manifesto che presenta una posizione politica alternativa, e certo lo è, ma come vedremo è molto negativa. 

La motivazione che è stata diffusa è importante e richiede una riflessione che in questo articolo si cerca di presentare. È da dire che va bene che si è dichiarato che non si vota con la destra, ma questo, a parte che è banale per chi è di sinistra o di centrosinistra ma si pone un interrogativo politico al quale è necessario dare delle risposte. Perché questi europarlamentari italiani si sono limitati soltanto a non votare con la destra rispetto al caso Pfizergate, oggetto della mozione di sfiducia contro Ursula Von der Leyen? Cosa ha significato votare no? È chiaro che ha significato di condividere pienamente il comportamento della Presidente Ue e di tutta la Commissione. Rinunciare al voto è stata una fuga dalle proprie responsabilità assunte con gli elettori, in quanto se un europarlamentare  si dichiara contro la destra, cosa che dovrebbe essere normale in sé, non può soltanto fare dichiarazioni di “Io non voto con la destra!” e non fare niente. Quanto meno questi europarlamentari italiani avrebbero dovuto, come membri dei gruppi della sinistra e del centrosinistra, insieme ai gruppi politicamente similari, che fanno parte del parlamento europeo, presentare loro una mozione di sfiducia sul caso Pfizergate contro la Commissione europea e soprattutto contro Ursula Von der Leyen, cosa che non è stata fatta e neanche è stata pensata dalle formazioni politiche della sinistra e del centrosinistra del parlamento europeo. 

Nessuna mozione di sfiducia è stata fatta, in quanto la sinistra e il centrosinistra insieme condividono il comportamento di Ursula Von der Leyen assunto sul caso Pfizergate. Il fatto che una mozione di sfiducia da parte della sinistra e del centrosinistra non è stata presentata e neanche obiettivamente pensata significa che i comportamenti complessivi della Commissione europea e della Presidente Ursula Von der Leyen si condividono pienamente, comprese tutte le altre tematiche. Diversamente, se non fosse così, i media avrebbero dovuto registrare altre dichiarazioni post-voto sulla mozione che era stata respinta dal parlamento europeo, invece la sinistra e il centrosinistra, insieme, hanno salvato Ursula Von der Leyen da un voto che poteva essere di censura e che avrebbe aperto una nuova fase nell’Ue. Se avessero presentato anche loro una mozione di sfiducia, questa si sarebbe affiancata a quella di Gheorghe Piperea e, quindi, o si sarebbero riunite e votate con un unico voto oppure sarebbero state votate separatamente. Comunque sarebbe andata Ursula Von der Leyen in questo caso sarebbe stata salvata, forse, ma non sarebbe stato scontato prima del voto. Soprattutto politicamente Ursula Von der Leyen non avrebbe trasformato il caso Pfizergate in una vittoria in parlamento come ha fatto grazie soprattutto alla sinistra e al centrosinistra. Con una seconda mozione della sinistra e del centrosinistra, ovviamente, non solo degli europarlamentari italiani s’intende, sarebbe comunque andata in crisi perché il consenso in parlamento sarebbe stato non pienamente politico, come invece l’ha avuto, e come se l’ha avuto!

Complessivamente la sinistra e il centrosinistra italiano, poiché di fatto hanno votato contro una mozione di sfiducia contro Ursula Von der Leyen, astenendosi o non partecipando al voto, hanno politicamente salvato Ursula Von der Leyen, ed esplicitamente è come se gli europarlamentari di sinistra e centrosinistra avessero accettato anche il Rearm imposto dall’Ue ai 27 Paesi che ne fanno parte. Questo comportamento non è accettabile. È chiaro che a Bruxelles si assume un comportamento, mentre a livello locale se ne assumono altri, dichiarando che sono contro il Rearm; tuttavia fanno finta opposizione perché in realtà accettano tutto il programma di economia di guerra dell’Ue senza alcuna eccezione. Per questo hanno salvato Ursula la Von der Leyen, che sta realizzando con applausi questo programma. Ora, con questi comportamenti, in Italia alle prossime elezioni regionali e comunali come si fa a votare per la sinistra e il centrosinistra? Al riguardo, ognuno farà come crede però si tengano in conto le scelte politiche fatte nel parlamento europeo contro questa mozione di sfiducia sul caso dello Pfizergate. Non dobbiamo soltanto prendere le distanze dalla destra, che è una condizione ordinaria in sé verso la quale devono sempre essere massime le distanze nei loro confronti. Dobbiamo evidenziare distanze politiche anche verso la sinistra e il centrosinistra in quanto non sono autonomi dalle politiche della Von der Leyen e del governo della destra di Giorgia Meloni in quanto per questa mozione di sfiducia non partecipando al voto sono stati insieme. 

La pace non è una condizione che si raggiunge con dichiarazioni roboanti nelle trasmissioni televisive, dove in campo c’è sempre tutto e il contrario di tutto. Noti esponenti della sinistra e centrosinistra, a livello locale, dichiarano congiuntamente che si è contro la destra, ma questo però non implica che si debbano accettare complessivamente le scelte dell’Ue, che come forze politiche di sinistra e centrosinistra si accettano continuamente. Come è noto, con l’economia di guerra dell’Ue, è previsto che avremo delle fasi drammatiche su tutti i fronti. Sull’Europa c’è già un cielo nero per il conflitto bellico tra l’Ucraina e la Russia e c’è poco da stare allegri. Questo conflitto si sta alzando di tono e la pace non è neanche all’orizzonte, mentre la Nato con il 5% del Pil, che è stato deciso dagli Stati che ne fanno parte, rilancerà le sue politiche di scontro armato, soprattutto contro la Russia che è il nemico per eccellenza in questa fase. 

Note:

[1] Il Parlamento boccia la mozione di censura contro la Commissione europea, Comunicato stampa del Parlamento europeo, 10 luglio 2025.

[2] Ue: mercoledì sentenza Pfizergate, per Ue ‘sms non rilevanti’, Quotidiano dei Contribuenti, 13 maggio 2025.

25/07/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Felice di Maro

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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