NO ad una riforma costituzionale pericolosa per la democrazia

La CGIL a Pomezia spiega le ragioni del NO. Se vogliamo un vero “cambiamento” la Costituzione del 1948 va finalmente attuata


NO ad una riforma costituzionale pericolosa per la democrazia Credits: http://www.flcgilromaelazio.it/23-novembre-2016-pomezia-le-ragioni-del-no-della-cgil/#sthash.xacNpKpQ.dpbs

FLC-CGIL e FILCAMS-CGIL a Pomezia hanno convocato un’assemblea per parlare delle ragioni del NO alla riforma costituzionale, scegliendo di iniziare con un filmato in cui il discorso di Calamandrei è accompagnato da immagini storiche che scorrono e ci ricordano quanto la nostra Carta costituzionale sia costata. Ci ricordano il sacrifico e il lavoro svolto da uomini e donne che hanno messo prima della loro vita l’Italia e il Bene comune, per fare in modo che non si potesse più ripresentare la possibilità di cadere in una dittatura e in una guerra disastrosa.

Un video che ci ricorda che la Sovranità appartiene al popolo, che la Costituzione è nostra.

A Valter Conte, segretario generale FLC Roma sud Pomezia Castelli, il compito di coordinare.

Francesca Gentili, segretaria di Filcams Roma Sud, è la prima ad intervenire, sottolineando come questo referendum stia spaccando il Paese, dato che tutti vorremo una riduzione delle spese della politica, ma che deve essere affrontata in modi diversi. Qui è in gioco l’accentramento del potere nelle mani di un governo che vuole togliere ai cittadini, tra l’altro, il diritto di eleggere il senato, che continuerà ad esistere e che sarà per i due terzi nominato dai partiti.

Toccante l’intervento di Riccardo Russo, studente di ventidue anni, che rappresenta la Rete nazionale della conoscenza - Studenti per il NO. Riccardo ripete più volte nel suo discorso: ”Noi non abbiamo nulla da conservare, non ci possono dire che siamo conservatori, non abbiamo vissuto quello che molti hanno la possibilità di ricordare”...

“Noi non li abbiamo mai conosciuti i diritti costituzionali. Ci hanno tolto tutto già…esclusi dai processi decisionali, dal mondo del lavoro, dal diritto allo studio. Noi abbiamo tutto da conquistare”.

Ricorda che la velocità delle leggi è variabile in Italia, secondo le convenienze e gli interessi.

Il prof. Mangiameli, docente di Diritto costituzionale all’Università di Teramo, ci ricorda che ci sono più modi per spiegare la Costituzione, che è anche l’esperienza storica che si è sviluppata a partire dalla sua attuazione ad essere importante. Parla dei diritti sociali che vacillano e del fatto che le Costituzioni sono scritte per valere per sempre. La Costituzione americana ha 220 anni e gli emendamenti non hanno fatto che ampliarla nelle sue linee fondamentali. Entra nei particolari di alcuni procedimenti previsti, tra cui quello che dà al governo la possibilità di usare il decreto legge in materia elettorale.

Si sofferma sulla falsità dell’obbligo, da parte dell’Unione europea, d’inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione; non era l’UE a obbligare, ma le manovre che da alcuni anni a questa parte, in Italia, sono tutte nella direzione di ridurre gli spazi della democrazia.

Non per niente, sia la Germania, che gli U.S.A., che la Gran Bretagna hanno due camere, ad esempio. Il bicameralismo ha le sue ragioni. Mentre l’articolo 77 vuole portare il governo a divenire emanazione di una maggioranza, non più parlamentare dunque. Il ruolo dello stato cresce a dismisura, toglierebbe alle regioni il diritto di decidere autonomamente su molte delle materie che ora sono di sua competenza. E poi, le 5 regioni a statuto speciale, che senso ha, oggi, che continuino ad esserlo?

Michele Azzola, segretario generale CGIL Roma Lazio, torna sull’articolo 70, un groviglio di parole che rendono impossibile capire attraverso quali procedimenti verranno approvate le leggi. Ricorda De Gasperi, che per parlare della costituzione scese nel Parlamento, lasciando il suo posto, perché la Costituzione si discute in assemblea. Più le regole sono condivise, più è possibile che siano portatrici di democrazia e siano rispettate.

Come mai far divenire questo referendum, da parte del governo, una questione risolutiva dei problemi del paese?

Per terminare il suo intervento, ci rivolge un caldo invito: adottate un Sì, siate perseveranti nel convincere quella persona che vuole votare Sì, che sta mettendo in pericolo la democrazia. Se ognuno di noi adotterà almeno un Sì, potremo cambiare le cose insieme, difendere la nostra Costituzione e fare finalmente politica, per dare al nostro paese quello di cui ha bisogno.

#IoVotoNo

26/11/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Laura Nanni

Roma, docente di Storia e Filosofia nel liceo. Fondatrice, progetta nell’ A.P.S. Art'Incantiere. Specializzata in politica internazionale e filosofia del Novecento, è impegnata nel campo della migrazione e dell’integrazione sociale. Artista performer. Commissione PPOO a Cori‐LT; Forum delle donne del PRC; Stati Generali delle Donne.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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