I lavoratori autoconvocati della scuola e le elezioni RSU

I lavoratori autoconvocati della scuola, nati per promuovere l’unità dei lavoratori in modo trasversale alle forze sindacali contro gli effetti devastanti della parcellizzazione sindacale, di fronte all’ultimo pesante attacco del governo, ritengono fondamentale un impegno nelle prossime elezioni RSU della scuola per unire i lavoratori su una piattaforma radicale ed elaborata dal basso. 


I lavoratori autoconvocati della scuola e le elezioni RSU

 

I lavoratori autoconvocati della scuola, nati per promuovere l’unità dei lavoratori in modo trasversale alle forze sindacali contro gli effetti devastanti della parcellizzazione sindacale, di fronte all’ultimo pesante attacco del governo, ritengono fondamentale un impegno nelle prossime elezioni RSU della scuola per unire i lavoratori su una piattaforma radicale ed elaborata dal basso. 

di Roberto Villani 

I lavoratori autoconvocati della scuola sono nati lo scorso anno nel Lazio con l'intento di promuovere l'unità dei lavoratori, nel tentativo di superare i limiti di una parcellizzazione sindacale che da molto tempo ostacola la buona riuscita delle lotte dei lavoratori della scuola. 
Gli autoconvocati si sono richiamati da subito ad alcune esperienze vincenti dei lavoratori del passato, relative ai fronti trasversali di lotta sindacale, con particolare riferimento a quella dei “consigli di fabbrica” di impostazione gramsciana.

A Roma l'esperienza è nata sull'onda di percorsi precedenti come quello del CPS (Coordinamento Precari Scuola) di Roma e del Coordinamento delle scuole di Roma, con un’impostazione legata, però, in maniera più diretta alle rivendicazioni tradizionali dei lavoratori, in primis la lotta per la difesa del salario e dell'orario di lavoro.

Da subito i lavoratori impegnati in questo percorso hanno cercato di trovare formule che consentissero di costruire percorsi dal basso, in grado di superare le divisioni e gli errori delle burocrazie sindacali: l'opportunismo delle organizzazioni confederali ed il settarismo delle organizza.

Troppo spesso, infatti, nel mondo della scuola (e non solo) abbiamo assistito a pratiche sindacali tese soprattutto a garantire gli interessi delle singole organizzazioni prima che la buona riuscita delle lotte, con una iper-proliferazione di iniziative e scioperi, mai unitari, utili alla visibilità di sigla ma non alla conquista degli obiettivi dei lavoratori. Per non parlare degli scioperi “di un’ora” e delle iniziative volutamente mal organizzate da parte del sindacalismo confederale, fatte magari per evitare eccessivi dissensi tra gli iscritti, ma mai realmente incisive, in modo da non mettere troppo in difficoltà i “governi amici”.zioni sindacali di base.

Nonostante i limiti di burocrazie e dirigenze sindacali, nel mondo della scuola ci sono esempi di militanti di base del sindacato (le RSU) che spesso sono riusciti a dare un contributo importante in specifiche vertenze e in situazioni di lotta locali. Si tratta in molti casi di lavoratori coscienti e preparati, troppo spesso lasciati soli dalle loro stesse organizzazioni. 

Per questo motivo l'impostazione iniziale degli autoconvocati è stata proprio quella del “fronte trasversale delle RSU della scuola” e dei lavoratori precari combattivi (che fino allo scorso anno non potevano divenire RSU). 

Oggi, di fronte a un attacco governativo a tutto campo fatto di: distruzione dei contratti nazionali, riforma della scuola di stampo aziendalista e neoliberista, attacco ai lavoratori precari, Sistema Nazionale di Valutazione (che fa direttamente capo all'Invalsi) e, non da ultimo, la sempre maggiore arroganza di alcuni presidi, che sono oggi una diretta emanazione del Ministero, le elezioni RSU che ci troviamo ad affrontare acquistano ancora più importanza, tanto più che per la prima volta quest'anno, ci sarà anche la possibilità da parte dei precari di partecipare da protagonisti alla tornata elettorale. 

Le RSU, infatti, costituiscono per i lavoratori “autoconvocati”, un importante strumento di lotta la cui funzione travalica i classici compiti della contrattazione di secondo livello

Per tutti noi lavoratori autoconvocati, i membri delle RSU, dato che rappresentano in modo significativo tutti i lavoratori (l’80% dei quali hanno votato nelle ultime elezioni delle RSU con un sistema democratico, almeno in parte proporzionale) devono essere un vero e proprio baluardo nella difesa del contratto, della democrazia scolastica, dell’opposizione al verticismo e dirigismo e devono costituire uno strumento per l’avanzamento complessivo dei lavoratori della scuola promuovendo una generale crescita della consapevolezza dei propri diritti. 

Devono, tra le altre cose, cercare connessioni ed alleanze con le altre strutture democratiche e collegiali della scuola quali il collegio docenti, il consiglio d'istituto, le assemblee di genitori e studenti, al fine di promuovere una gestione realmente democratica degli istituti scolastici. 

Il fronte unitario delle RSU, inoltre, pone le burocrazie di tutti i sindacati di fronte ai loro limiti ed errori, costringendole a una maggior incisività e a un maggior confronto coi lavoratori in merito al tema dell'unità e dell’efficacia delle lotte

Vista quindi la grande importanza delle prossime elezioni RSU i lavoratori autoconvocati si apprestano ad affrontare il percorso elettorale cercando di coinvolgere insegnanti e personale ATA tra i più combattivi delle scuole del paese sulla propria piattaforma. Non si tratta quindi di scegliere un sindacato piuttosto che un altro, la CGIL/FLC piuttosto che i COBAS, la CUB, l'USB, l'USI, l'ANIEF etc. Si tratta invece di riconoscersi e sottoscrivere una comune piattaforma di lotta, con rivendicazioni precise e obiettivi radicali e definiti dal basso, da perseguire con determinazione attraverso lotte incisive e unitarie. 

Per questo motivo verrà redatto nei prossimi giorni un documento che costituirà, per così dire, una “chiamata alle armi” per tutti quei lavoratori che vogliono rivendicare i loro diritti, ma che non si sentono tutelati completamente dalle proprie OO.SS. 

Questo documento verrà fatto circolare nelle scuole per coinvolgere e aggregare intorno al programma degli autoconvocati tutti i colleghi che, indipendentemente dal sindacato con cui si candideranno, saranno disposti a impegnarsi nel percorso trasversale ed autonomo degli autoconvocati scuola. 

A questi colleghi cercheremo di garantire un buon supporto logistico e organizzativo e un’adeguata formazione. Ed è per questo motivo che nelle ultime assemblee svolte a Roma, si è deciso di strutturare il gruppo romano dei lavoratori autoconvocati per “commissioni”, in modo tale da lavorare con maggior intensità ed efficacia su tutti i temi specifici inerenti al mondo della scuola: da quelli legati allo studio del contratto, a quelli inerenti la questione della valutazione e della “meritocrazia” (SNV, RAV e Invalsi), la questione del precariato, l'aggiornamento della LIP (legge d'iniziativa popolare) etc. 

Il percorso dei lavoratori autoconvocati è appena iniziato. Sarà il tempo a dirci se questa modalità di lavoro, quest'organizzazione di tipo consiliare, farà presa sui lavoratori anche al di fuori del centro Italia e riuscirà a essere uno strumento utile a promuovere l'unità delle lotte sindacali e la crescita della consapevolezza tra i lavoratori della scuola pubblica. 

Per info più dettagliate e aggiornamenti: 

http://autoconvocatiscuola.altervista.org/
https://www.facebook.com/pages/Lavoratori-Autoconvocati-Scuola/727360007314659?fref=ts 

 

 

24/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Roberto Villani

Lavoratori autoconvocati della scuola

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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