Le elezioni comunali di Pisa specchio della situazione italiana

Il centro-destra, pur sfiorando solamente la vittoria al primo turno, si dimostra il primo partito. Il centro-sinistra e la lista di sinistra tengono nella Ztl ma soffrono nei quartieri popolari. Le liste civiche prendono più voti dei partiti.


Le elezioni comunali di Pisa specchio della situazione italiana

 

Fumata nera alle elezioni comunali di Pisa. Il centro-destra, candidato a sindaco Michele Conti, manca per una ventina di voti la maggioranza assoluta e se la vedrà al ballottaggio con il candidato civico del centro-sinistra Martinelli.

A Pisa l’affluenza si è attestata al 56,43%. Alle precedenti elezioni era stata pari al 58,58% mentre invece i dati nazionali sono poco superiori, ossia il 59,03%, in calo di due punti rispetto al 61,22% delle passate amministrative.

Non sappiamo come finiranno i ballottaggi delle comunali, ma a fine maggio, il centro-sinistra potrebbe trovarsi sul piano nazionale in una situazione decisamente migliore del passato, anche se i dati del primo turno non sono tali da giustificare facili ottimismi.

Il vero problema è dato dai consensi stabili alle forze di centro-destra, se perde Fdi aumentano le liste civiche espressione del candidato a sindaco o di assessori che portano a casa molte preferenze individuali.

Non entreremo nel dettaglio dei voti riportati dalle singole liste. Proviamo invece a sviluppare alcuni ragionamenti di carattere generale e non solo locale.

Il centro-destra continua a fare il pieno di voti nei quartieri popolari dove il solo partito a conservare consensi è il Pd, mentre altre liste perdono tanti voti come il caso del Movimento 5 Stelle che rispetto a cinque anni fa, quando correva da solo, ha perso oltre i due terzi degli elettori. I votanti del 5 Stelle ormai sono tornati all’astensione non sentendosi rappresentati dall’alleanza con il Pd.

Perdono voti anche Sinistra Italiana e Verdi, e un dato significativo è dato da liste civiche legate ai due schieramenti che portano a casa risultati superiori anche a partiti tradizionali.

Dopo anni di elezione diretta dei sindaci e di maggioritario, l’appeal dei partiti è calato ai minimi termini. riportano successi le liste legate a singoli candidati, sindaci e assessori, a mero discapito delle organizzazioni politiche presenti a livello nazionale.

Anche Sinistra Italiana, che si schiera sempre in lista con candidati del Pd, vede diminuire sensibilmente i propri voti rispetto alle ultime politiche di un anno fa.

Se poi guardiamo alle preferenze, ci sono consensi vistosi a candidati di centro-destra e in misura minore del Partito Democratico, mentre i voti riportati da candidati di altre liste sono decisamente inferiori.

Quello che traspare dalle elezioni comunali pisane è il consolidamento della destra nei quartieri popolari un tempo roccaforti del Partito Comunista, sempre la destra riesce a rosicchiare consensi nei quartieri del centro o della Ztl dove solitamente la sinistra moderata guadagna maggiori consensi (in ragione della reale natura di classe del centro-sinistra?).

Sempre dalle aree del centro arrivano i consensi delle due liste, Città in Comune e Unione Popolare, a sostegno di Ciccio Auletta, mentre i voti riportati nei quartieri popolari sono assai esigui.

In questi cinque anni Auletta ha rappresentato l’opposizione in Consiglio comunale, è stato al fianco dei bisognosi di casa, dei sindacati e dei movimenti, ma al momento delle elezioni è prevalsa la logica del voto utile con la bipolarizzazione tra Martinelli e Conti. Questo dato deve indurre ad alcune riflessioni: la logica maggioritaria la fa da padrona, predomina il cosiddetto voto utile, non esiste corrispondenza alcuna tra lotte sociali, opposizione in consiglio e consensi elettorali. I quartieri popolari che pure avrebbero avuto svariate ragioni per sostenere Auletta non l’hanno votato mentre alcuni candidati del centro-destra o forze politiche come la Lega guadagnano invece i consensi.

Il voto al centro-destra nei quartieri popolari non si spiega solo con la credibilità e popolarità del candidato di destra e con le opere edilizie arrivate negli ultimi sei mesi prima del voto, ma con il fatto che da decenni ormai la sinistra è assente da questi luoghi, non intercetta consensi, non offre credibili alternative alle politiche dei bonus rivolte ai ceti sociali meno abbienti.

E in nome del voto utile leggiamo un corsivo sul quotidiano “Il manifesto” che attacca frontalmente Auletta e le due liste che lo hanno sostenuto per avere favorito la dispersione dei voti. Un tema non nuovo che ha portato nel corso del tempo ad alleanze innaturali nel nome della lotta alla destra con il solito retaggio antifascista rievocato solo in campagna elettorale.

Il candidato di destra da almeno un anno porta avanti un’iniziativa costante che gode del sostegno di Lega e Fdi, ma senza che questi partiti appaiano decisivi; il civismo di destra, come quello di sinistra, parrebbe essere la scommessa politica vincente delle ultime elezioni comunali.

E non dimentichiamo la percentuale degli astenuti: oltre quattro cittadini su dieci non si reca alle urne e tanto la sinistra radicale quanto quella moderata non sono riuscite nell’impresa di conquistare consensi tra quanti ritengono inutile recarsi alle urne.

Se poi guardiamo i consensi di Auletta, per la terza volta candidato a sindaco, essi sono in lieve erosione rispetto a cinque anni fa e in misura maggiore rispetto a dieci anni or sono; questo calo in percentuale si spiega sia con le trasformazioni della città sia per l’assenza sul territorio di quelle realtà sociali e politiche un tempo presenti. Se guardiamo ai circoli Arci, alle sedi politiche, alle realtà di movimento forse si capisce bene come la lenta erosione dei consensi elettorali sia anche risultato di una progressiva scomparsa o marginalizzazione nei territori.

Ovviamente Auletta porta a casa risultati di gran lunga migliori di tante altre liste locali analoghe per programma e composizione, ma il calo di consensi in percentuale dovrebbe forse indurre a qualche riflessione, magari articolata, su come costruire una presenza diffusa sui territori e su percorsi di coinvolgimento reale attorno ad alcune tematiche. E anche alcuni comitati di quartiere legati a percorsi di movimento non sono stati in grado di intercettare consensi a favore di Auletta, prova ne sia che a vincere è stata la destra e con risultati schiaccianti. E per chiudere dovremmo anche chiederci quanto siano capaci i candidati della sinistra radicale di parlare nei quartieri, ma qui entrerebbe in gioco quel concetto di egemonia di cui ormai non si parla da tempo immemore.

19/05/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Federico Giusti

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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