Interni

Tempi duri attendono un Paese come l’Italia dove lo sdoganamento del razzismo è divenuto ormai negli anni elemento di tale consenso da venire scavalcato a destra dalle istituzioni. Si diffonde la sindrome dell’invasione, dei virus, del terrorismo islamico, del lavoro e dei servizi rubati, senza che a questo corrisponda un contraltare di formazione delle coscienze. Non si tratta più solo di lanciare messaggi solidali ma di denunciare un enorme imbroglio di cui anche i nostri settori sociali di riferimento finiscono spesso con l’essere soggetto attivo.

Alla notizia che il giornale fondato da Antonio Gramsci finirà probabilmente nelle mani di un editore di riviste di gossip, qualcuno ha commentato: «Finalmente potrò leggere l'Unità dal parrucchiere». Magari (magari) non finirà così, ma è un (l’ennesimo) segno dei tempi. E c’è poco da ridere.

Paolo Gentiloni é uomo, ma anche donna. Tale e quale. Vale una donna. Scambiambile. Intercambiabile. Se non funge la Quartapelle, la Dassù, la Sereni, la Pinotti, la Bonafé, allora c'è Gentiloni, che diamine.

La riforma della scuola del governo Renzi rappresenta un salto di qualità rispetto alle proposte precedenti: non si procede con l’ennesima riforma imposta dall’alto, ma si apre una consultazione.

Un anno di svolta questo 2014, iniziato in gennaio con due eventi straordinari e contrapposti...

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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