La Cgil e l’opposizione di massa

Ben due enormi manifestazioni si sono svolte nella Capitale lanciate dalla Cgil per opporsi al governo più reazionario della Storia della Repubblica italiana. L’unica opposizione reale e dunque di massa è il sindacato più grande della nazione e la mancanza di una sponda politica potrebbe, come un film già visto, rafforzare il nefasto Partito Democratico. Ci ritrovate allo sciopero generale di CGIL e UIL di novembre contro la manovra del governo. 


Due grandi manifestazioni del più grande sindacato italiano hanno invaso le strade del centro della Capitale restituendo fiducia in chi crede che l’obiettivo centrale di questa fase storica sia la costruzione di un movimento di massa contro il governo delle destre. Certo la strada da percorrere è ancora lunga e purtroppo irta di ostacoli. Di contro ad un popolo che sempre più mostra di non cedere all’egemonia del pensiero dominante scendendo in piazza per la pace e per i diritti sociali opponendosi in tal modo ad una propaganda guerrafondaia e marcatamente neoliberista vi è la tendenza sempre opprimente delle burocrazie sindacali e dell’aristocrazia operaia a smorzare e deviare i sentimenti più avanzati delle masse. Se dunque la CGIL sulla spinta della base muove i suoi passi contro il governo, mostrando quanto sia importante l’elemento quantitativo, allo stesso tempo i suoi gruppi dirigenti deludono sempre le aspettative e così proprio nella partecipata  manifestazione del 7 ottobre è risultata decisamente arretrata la posizione espressa dal segretario generale Landini che ha esposto un discorso ricco di pessimismo della ragione ma povero di ottimismo della volontà e cioè non elaborando un reale progetto di lotta che sarebbe stato il razionale suggello di questa mobilitazione.

12/11/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Angelo Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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