Cultura

Nel contesto delle opere di Francoforte l’oscillazione di Hegel tra la consapevolezza delle opposizioni insite nella realtà e l’impulso a conciliarle idealisticamente  rappresenta per Lukács la prima manifestazione del contrasto tra metodo e sistema.

Mentre in Occidente l’imperialismo era condannato, oltre che per il massacro della guerra, anche perché sinonimo di irreggimentazione, militarizzazione e mobilitazione totale, in Oriente lo Stato nazionale era invece l’obiettivo da conseguire dopo l’emancipazione dal dominio coloniale.

La quarta tappa dei nostri “Percorsi di pensiero critico” a cura della scrittrice ed esperta di pedagogia Silvia Fuochi ci fa conoscere, nel centenario della sua nascita, don Lorenzo Milani e il suo approccio radicale alla lotta contro le diseguaglianze attraverso l’eduzazione. L’impegno antimilitarista di Milani lo rende inoltre particolarmente attuale.

Occorre far emergere la storicità degli assetti sociali, per far intendere che la loro razionalità, che li fa apparire naturali, si fonda su condizioni determinate al mutare delle quali non sono più giustificati, ma divengono irrazionali.

Ciò che viene escluso nel momento costitutivo della società borghese, la vita generica, farà ritorno, ma in forma alienata nell’idealismo della comunità dei cittadini, che riporterà in vita la separazione originaria nella forma di una molteplicità di esclusioni concrete.

Nella Logica hegeliana i princìpi della Rivoluzione francese vengono sistemati teoricamente e, perciò, tale opera verrà celebrata da molti rivoluzionari; oltre che, come è noto Marx, anche Herzen, ad esempio, la definirà “l’algebra della rivoluzione”, Lenin stesso la leggerà con grande “passione e partecipazione”, Bakunin porrà l’accento sulla contraddizione oggettiva e sull’antitesi, nonché sui salti qualitativi del processo storico.

Destini e significati di un grande classico marxista del XX secolo a cento anni dalla pubblicazione.

Nella terza tappa dei nostri “Percorsi di pensiero critico” incontriamo Lev Vygottzkij, grande pedagogista del Novecento immeritatamente svalorizzato e poco noto. Le sue importanti innovazioni educative, in particolare il rifiuto dell’idea che non esistano bambini non educabili e che ciascun bambino abbia tappe di sviluppo psichico personali e uniche, sono all’avanguardia persino oggi, dopo un secolo.

Hegel abbraccerebbe il punto di vista ideologico della borghesia rivoluzionaria che identificava il proprio interesse di classe con quello generale della società, ma ciò che per Lukács appare degno di nota è che la dialettica universale-particolare nasce proprio dal confronto con i temi storici di scottante attualità politica.

Prima di prospettare soluzioni semplicistiche e meramente tecnologiche a problemi complessi riconducibili alla natura del sistema capitalistico, sarebbe il caso – come a proposito della transizione energetica – di verificarne accuratamente la praticabilità.

Brevi e militanti recensioni di classe ai film e alle serie tv da non perdere distribuite in Italia nel 2022 al cinema, in streaming e in retrospettive.

L’uomo portatore dei diritti dell’uomo non corrisponde al concetto di uomo quale essere sociale, ma è la persona meramente esistente nella società borghese, dominio di rapporti di produzione fondati sul diritto di proprietà, che dà sanzione giuridica alle profonde disuguaglianze su cui si fonda.

La seconda tappa dei nostri “Percorsi di pensiero critico” è dedicata a Maria Montessori e al suo aver rivoluzionato la pedagogia riconoscendo il bambino come essere “completo” le cui potenzialità vanno tutelate e agevolate nella loro libera e autonoma espressione. L’attenzione all’aspetto dell’empatia e della consapevolezza del proprio far parte di un mondo più ampio è particolarmente utile e attualizzabile nell’odierna società multietnica dove la capacità di superare le discriminazioni e di accogliere è fondamentale.

Le #rivoluzioni producono dei veri e propri #salti qualitativi nel corso storico. Tale categoria non è utilizzata da Hegel solo per decifrare la Rivoluzione francese, ma anche lo sviluppo storico nel suo complesso. L’immagine utilizzata dal filosofo è quella della talpa, immagine cara a Marx.

#Gramsci denuncia come i sedicenti moderati, cioè le consorterie di proprietari che hanno di fatto gestito il potere grazie al regime liberale, presi dal panico di fronte al progressivo protagonismo di massa dei ceti popolari, tendono a fare del concetto di rivoluzione #passiva un vero e proprio programma politico.

Il calendario cinese e quello vietnamita sono quasi identici, con alcune piccole differenze. Lo scorso 22 gennaio, i cinesi hanno celebrato l’inizio dell’anno del coniglio, mentre per i vietnamiti siamo nell’anno del gatto.

Questo su Mario Lodi è il primo di una serie di articoli sul pensiero critico nella pedagogia e nella letteratura per l’infanzia. In questo momento il nostro paese sembra essere la patria del pensiero acritico. Dopo decenni di massificazione e omologazione, orchestrate con sapienza da grandi imprenditori e politici, si ha l’impressione che non esistano strade da percorrere per riportare i bambini a un pensiero critico. Per fortuna, non è così.

Marx considera scientificamente la società capitalista, cioè da un punto di vista storico, perciò non assume mai un’attitudine di critica moralistica, ma analizza gli aspetti progressivi e i limiti storici necessari di tale modo di produzione, indicandone, nella misura del possibile, ipotesi di superamento dialettico.

A distanza di 3 anni e mezzo dalla sua approvazione proviamo a contestualizzare il carattere premonitore di quella Risoluzione

Losurdo, al fine di criticare giustamente quelle interpretazioni di Marx, così frequenti anche all’interno del #marxismo, che tendono a sopravvalutare l’aspetto soggettivo, sfociando in una concezione della prassi volontaristica e “anarchica”, tende però a sottovalutare l’aspetto dell’attività del soggetto.

L’intento lukacciano è quello di stabilire una sostanziale continuità tra il pensiero di #Hegel e quello di #Marx, che passa attraverso l’eredità di quanto c’è di più progressivo e innovativo nella filosofia del primo, e segnatamente della dialettica.

Sopprimendo il carattere #politico della società civile, la politica dei “#Diritti dell’uomo” svincola apparentemente la preoccupazione idealista degli affari del popolo dagli interessi sociali particolari, liberando, in realtà, il dinamismo egoista di questi ultimi da ogni legame universalizzante.

Quando un ordinamento politico-sociale non riesce a controllare e a incanalare l’insopprimibile spinta al mutamento, quando non riesce a padroneggiare la #negatività che circola inevitabilmente nelle sue strutture, è allora condannato a essere #spazzato via.

Come mostra #Lukács, Marx, appropriandosi della categoria della mediazione e svolgendola materialisticamente, attua nella sua teoria rivoluzionaria il superamento-inveramento del pensiero di #Hegel.

Per Gramsci occorre superare la distinzione propria degli intellettuali tradizionali fra filosofia, monopolio di pochi addetti ai lavori, e ideologia quale strumento pratico di governo di masse considerate eternamente fanciulle.

Anche l’ultima figura della fase eroica della borghesia, #Napoleone, è votato al fallimento, perché invece di limitarsi a soddisfare con la guerra i bisogni egoistici della società civile che lo aveva portato al governo, aveva preteso di sacrificare il mondo degli #affari a un fine politico superiore.

Hegel polemizza contro chi dall’astratto principio di non contraddizione pretende di dedurne leggi riguardanti la realtà.

Per lo sviluppo della teoria socialista si è rivelato determinante, secondo Lukács, il fatto che Marx si riallacci sul piano metodologico direttamente a Hegel; e per quanto sia debitore verso Feuerbach, egli respinge il preteso “miglioramento” feuerbachiano di Hegel.

Occorre, secondo Gramsci, lavorare incessantemente per elevare intellettualmente sempre più vasti strati popolari, cioè per dare personalità all’amorfo elemento di massa.

La libertà a fondamento del #diritto dell’uomo è effettuale solo in quanto si coniuga alla proprietà

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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