Cultura

L’impero brasiliano nasce con la proclamazione dell'indipendenza il 7 settembre 1822 e si conclude il 15 novembre 1889 con la proclamazione della repubblica.
L’attitudine estremistica di pretendere che la prassi si conformi in tutto e per tutto alla teoria porta i dottrinari a considerare ogni prassi un tradimento del marxismo.
Il Buddhismo deve il suo successo in Vietnam anche al ruolo giocato al fianco del Partito Comunista nel corso della rivoluzione e delle guerre per la liberazione e la riunificazione del Paese.
L'industria farmaceutica è sedotta dalla cannabis mentre la domanda è in crescita.
Il conflitto tra colonia e Portogallo, il processo di indipendenza cominciato il 7 settembre 1822 ma terminato nel 1825 e le sue conseguenze.
L’imprevisto successo della rivoluzione in oriente e la sconfitta in occidente ha reso necessario ripensare a fondo la tattica per la transizione al socialismo in un paese solo e arretrato.
Come il modello educativo e coloniale francese, ispirato all'assimilazione ed alla “francesizzazione” dei popoli colonizzati, ha contribuito alla formazione dei rivoluzionari che sancirono la fine dell'impero della madrepatria.
Il commosso ricordo dell’amico e collega David Grossman che con Yehoshua fa memoria dell’uomo e dello scrittore impegnato per la soluzione del conflitto israelo-palestinese ed i limiti della loro visione del problema.
Analizziamo in questa puntata l'espansione coloniale nell'interno del Brasile tra il XVII e il XVIII secolo, e la “caccia all'oro”.
Le difficoltà generali della costruzione di uno Stato socialista e le difficoltà particolari della sua realizzazione, per la prima volta nella storia, in un paese solo e, per giunta, arretrato.
La Disney e l’apologia del capitalismo. La lotta di classe deve estendersi al fantastico.
Il progetto ‘The Sounds of…” propone un interessante report sulle stazioni ferroviarie in Svizzera, Polonia, Canada, Romania e Repubblica Ceca.
Analizziamo il periodo che va dal 1500 al 1640, dallo sbarco in Brasile alla pace che ristabilisce il controllo portoghese dopo la conquista olandese.
Per analizzare il Brasile è necessario comprenderne lo sviluppo a livello storico-economico nel corso dei secoli a partire dalla colonizzazione.
I tratti necessariamente utopistici che ha dovuto assumere l’entusiasmante progetto di costruzione di una democrazia proletaria dinanzi al fallimento della rivoluzione in occidente.
A Pavia l’ennesima dimostrazione di quanto la ricerca accademica sia arretrata nello studio e nella comprensione di Marx.
Ci chiediamo se le storie dei miti debbano essere sempre di lotte sanguinarie e non possano avere una tonalità più leggera, addirittura comica…

ZTL

Una riflessione poetica e amara su come, spesso, i ruoli della destra e di certa “sinistra” appaiano invertiti.
Come sarà il clima in centro Europa nel 2060?
I motivi secondo i quali la democrazia reale sovietica è superiore alle “democrazie” formali borghesi.
Perché la salute sessuale non è garantita e la pillola anti-HIV è di difficile accesso?
Il libero accesso da gratis diventa fonte di spesa per chi ci capita.
L’anniversario della prima guerra mondiale in versi.
Nel bosco delle parole dimenticate, il silenzio è la fine.
La polemica fra comunisti e socialdemocratici sulla violenza, la democrazia e la dittatura del proletariato.
Una “poesia di classe” e ambientalista.
I motivi che hanno reso immortale la Rivoluzione d’ottobre e la tragica necessità di far fronte a un inasprirsi della lotta di classe nella fase di transizione.
Il benessere dell’individuo e della collettività è intriso di solidarietà tra persone.
Mostra a Palazzo Paure di Lecco, curata da Anna Bartolena e prodotta da ViDi con il patrocinio del Comune di Lecco.
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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