Economia e Lavoro

Il movimento autoconvocato delle scuole riconquista le piazze strappandole al monopolio della destra
L’ispirazione liberista della normativa dell’Unione Europea sugli aiuti di stato in epoca di pandemia. Il ruolo del capitalismo monopolistico di stato dipende dai rapporti di forza fra le classi
Merkel e Macron si accordano su come dovrebbe funzionare il fondo europeo per la ripresa: un piccolo importo che produrrà più danni che benefici.
La tutela Inail al lavoratore prevista dal decreto Cura Italia non è subordinata ad alcun accertamento della responsabilità datoriale. Ma l'obiettivo dei padroni è lo scudo penale.
Di fronte alla pandemia il capitalismo non ha nessuna intenzione di cambiare rotta. E lo Stato gli tiene banco offrendo garanzie a chi delocalizza, sottraendo risorse al Paese
Dinanzi alla crisi strutturale del modo di produzione capitalistico è indispensabile riorganizzare forme di contro potere rilanciando le strutture consiliari a partire dai luoghi di lavoro
L’Eurogruppo vara un accordo che non impedisce il commissariamento degli stati che faranno ricorso al MES per finanziare le spese mediche relative alla pandemia causata dal nuovo Coronavirus.
Dopo decenni di dogmi, in tempo di crisi cade la maschera: il denaro di chi paga le tasse serve per socializzare le perdite dei profittatori privati. Ma una volta sanata l’azienda, lo Stato si levi di mezzo.
Cancellazione legge Fornero, riduzione dell’orario di lavoro settimanale, utilizzo del lavoro socialmente utile: alcune proposte utili a restituire senso alla nozione di pubblico.
Dinanzi al pericolo di una crisi economica che rischia di avere effetti devastanti quanto la pandemia è essenziale che i lavoratori si autoconvochino per far pagare la crisi ai padroni.
I recovery bond, il Mes e le nazionalizzazioni che si stanno prospettando favoriscono una uscita dalla crisi che rafforza la destra sempre più autoritaria e parafascista
Da un’assemblea autoconvocata dei lavoratori le prime riflessioni sulla situazione attuale e i primi spunti per una ripresa delle lotte.
Alcune indicazioni scaturenti dall’esperienza della pandemia: socializzazione, cooperazione e internazionalismo invece che proprietà privata, libero mercato, concorrenza.
La pandemia porta all’ennesimo, massiccio, utilizzo di risorse pubbliche per finanziarie e salvare i capitalisti privati, con conseguente aumento dello scontro tra le maggiori potenze imperialistiche.
Il coronavirus svela che la grande potenzialità economico-produttiva del capitalismo mondiale non è al servizio delle persone, ma al contrario, si serve delle persone utilizzandole come strumenti al servizio dell’ingranaggio economico.
Una crisi pesantissima che covava da tempo a cui l’Europa sta reagendo in ritardo e seguendo vecchie ricette che non aiuteranno né la ripresa economica né la classe lavoratrice.

I tagli alla sanità aumentano i costi dell’infezione e determinano una strategia di contenimento che aggrava la crisi economica.

Al caos sanitario causato dai tagli alla sanità pubblica si aggiungono beffarde gestioni degli ammortizzatori sociali, che per favorire la previdenza e la sanità integrativa tagliano i diritti. Non lo scorderemo.
L’esigenza nell’attuale infausta congiuntura politica di un programma minimo di classe, a partire dall’istruttiva esperienza che ha portato i padri del socialismo scientifico a elaborarne il primo.
Il coronavirus ha squilibrato il potere egemonico, che si sta riorganizzando ed è pronto ad una nuova forma di colonialismo. Occorre fermare lo scempio e ricostruire le forze comuniste.
I meccanismi monetari e di bilancio per far fronte alla crisi impongono di riscrivere radicalmente le regole europee. Occorre ripristinare il ruolo dello stato nella gestione dei servizi essenziali e nella pianificazione economica.

Dopo la retromarcia del governo messo sotto pressione da Confindustria, anche nel comparto pubblico i lavoratori sono messi allo sbaraglio. E la giustizia contabile minaccia gli amministratori che tengono a casa i dipendenti.

La risposta economica adottata nell’eurozona provocherà molto presto ulteriori misure restrittive da parte di governi, come quello italiano, alla continua ricerca di finanziamenti
Testimonianze dirette di lavoratori ai tempi del Covid-19. La sicurezza sul lavoro è un optional. Mancano i Dpi e gli accorgimenti organizzativi dipendono dalla discrezionalità dei dirigenti.

I danni economici del Coronavirus resi palesi e quelli messi sotto il tappeto del capitalismo mondializzato.

Stanno ritornando, infiocchettate come fossero figlie del progresso, le vecchie modalità di sfruttamento. Esaminiamole insieme.

L’accordo sulle acciaierie di Taranto chiuso durante l’emergenza Coronavirus prolunga i tempi del risanamento ambientale e non garantisce un futuro allo stabilimento e ai lavoratori.
I dati sui consumi delle famiglie evidenziano una recrudescenza della crisi scoppiata nel 2008. Le politiche dei governi si sono dimostrate inefficaci e dannose. Sono state utili però a ficcare la coscienza e la resistenza dei lavoratori.
Lavoratori sul tetto, ipotesi contrattuali che non combattono il precariato, pericolo di divisione fra i lavoratori. Alla Piaggio come ovunque. Intervista a Massimo Cappellini, delegato sindacale.
Analizzando il Piano di rigenerazione olivicola della Puglia si nota la volontà di porre in essere il land grabbing (accorpamento fondiario), con finanziamenti pubblici alla piccola borghesia rurale, emanazione del grande capitale.
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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