Editoriali

La necessità di incardinare l’unità di classe e la costruzione di un blocco sociale alternativo al dominante su un programma minimo e sulla lotta per l’egemonia rende indispensabile l’unità dei comunisti.
La disfatta elettorale può divenire un’esperienza positiva se ci consentirà di superare il settarismo, rilanciando l’unità dei comunisti, il fronte antimperialista, l’unità delle opposizioni di sinistra al governo, i consigli e l’unità sindacale dal basso e dal conflitto sociale.
Cosa sta alla base dell’Unione europea: la ricerca della pace o la lotta tra le potenze imperialiste per conquistare l’egemonia sul continente?

Dare ai clandestini il diritto di muoversi liberamente nel continente farebbe cadere il velo di ipocrisia che ancora avvolge l’Europa e comprometterebbe il libero sfruttamento della manodopera

Una realistica disamina critica della fase attuale, alla luce del pessimismo della ragione, non può che essere propedeutica a rifondare su basi razionali l’ottimismo della volontà.
Il richiamo ai diritti umani costituisce un decisivo strumento d’egemonia della borghesia, che dissimula la propria sete di dominio dietro guerre giustificate come umanitarie.
Le pulsioni eversive sempre più incontrollate delle classi dominanti rischiano di portare nuovamente all’affermazione di un bonapartismo regressivo
Contro la concezione suicida per cui chi sta immediatamente alla tua sinistra è il nemico principale e perciò qualsiasi mezzo per attaccarlo, anche il più infame, è giustificato
L’illusorietà della sovranità popolare nei regimi liberaldemocratici, in assenza della prospettiva di una sovranità consigliare, favorisce il risorgere di una altrettanto mistificatoria sovranità nazionale.
L’escalation dell’imperialismo occidentale contro ogni paese che non si conformi al pensiero unico, sta mettendo a repentaglio non solo la tenuta dell’economia mondiale, ma la stessa civiltà umana.
Il capitale finge di spaccarsi tra il liberismo e il sovranismo mentre i lavoratori massacrati da crisi e austerity assistono passivamente sullo sfondo senza rappresentanti degni

Cronaca politica del primo maggio parigino

Il capitalismo “documediale”, ovvero l’ultima trovata dell’ideologia dominante per naturalizzare il modo di produzione capitalistico.
I vertici dello Stato si schierano ancora una volta contro la rivoluzione passiva del governo, al cui interno prevalgono sempre più le forze fautrici di una reazione aperta, come appare evidente dalla legge sulla legittima difesa e dal sostegno alla “famiglia naturale”.
Per una critica dell’ideologia dominante nel polo imperialista europeo in costituzione.
I micidiali effetti prodotti dall’aggressione imperialistica alla Jugoslavia sul piano del diritto internazionale e sulla possibilità stessa di una convivenza pacifica fra i popoli.
La Nuova Via della Seta è un’opportunità per liberarci in parte dai vincoli europei e prendere qualche distanza dalla Nato. Per questo è e sarà fortemente contrastata dagli Usa e dai loro servi locali.

Le danze della prossima campagna elettorale saranno accompagnate da un unico coro, in falsetto, che canterà le lodi di un’altra Europa: L’Europa dei popoli! Ma è realmente possibile riformare l’UE o addirittura lottare per una costituzione?

Una misura utile solo ai padroni che non a caso è la nuova “priorità” del governo.
La duplice lotta dei comunisti contro le posizioni dei social-sciovinisti, che nei fatti sostengono il proprio imperialismo, e dei critici del diritto all’autodeterminazione nazionale dei popoli da posizioni cosmopolite, oggi reazionarie.
Governo e opposizione si confrontano a colpi di post, contendendosi meriti per decreto Dignità e Jobs act. Ma la realtà conferma una struttura occupazionale che continua a tendere alla svalorizzazione e alla dequalificazione del lavoro.
La manifestazione di CGIL, CISL e UIL del 9 febbraio è stata la prima opposizione di massa alle politiche economiche del governo giallo-verde, e pur con le sue contraddizioni apre al rilancio della prospettiva di trasformazione dell’esistente.

Un’assemblea lunedì 18 alla Sapienza e una giornata di mobilitazioni internazionale il 23 per far capire quello che sta succedendo e fermare la guerra contro il Venezuela.

A differenza dell’Italia, non solo i partiti e le organizzazioni della sinistra marxista e antimperialista ma anche i democratici socialisti si oppongono all’aggressione imperialista del Venezuela.

Le potenze che stanno ordendo l’ennesimo colpo di Stato pretendono di stabilire chi è democratico e chi non lo è.

Impossibile non denunciare a piena voce le prove generali di colpo di stato o di intervento militare esterno nel Venezuela di Maduro. Fermare subito la reazione imperialista!

Il 2019 inizia con un dibattito tra anticapitalisti e marxisti americani che mostra come ormai i tempi sono maturi per un ulteriore salto di qualità nelle lotte a partire dall’unità tra i lavoratori.
La flat-tax, oltre a penalizzare i redditi più bassi, divide il mondo del lavoro e produce più rapporti di lavoro fasulli e più precarietà.
Un anno in cui, soprattutto nel nostro paese, le forze che si battono per la disemancipazione del genere umano hanno avuto decisamente la meglio su chi si batte per l’emancipazione.

In vista delle elezioni europee non abbiamo bisogno di tanti piccoli partiti in competizione tra loro ma di riunire tutte le forze militanti che pur ci sono, ma sono divise e disperse

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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