Cultura

Concludiamo l’esposizione del pensiero di Lenin nell’interpretazione produttiva che ne ha dato Stefano Garroni.

L’interesse di Gramsci per la questione coloniale è rivolto, in primo luogo, all’analisi dei rapporti tra le nazioni industriali e quelle agrarie da cui ricavare spunti per affrontare la questione delle semicolonie interne nei paesi capitalistici, ovvero per approfondire la questione meridionale.

Funzionamento e funzione dei social nelle dinamiche del capitalismo crepuscolare.

Il superamento dello Stato, del diritto, della democrazia e dei diritti umani, cui deve mirare secondo Marx la società comunista, deve essere inteso sempre in senso dialettico.

L’enciclica di Francesco caldeggia nella sostanza la versione più soft dello stato corporativo ed è coerente con la dottrina sociale della chiesa. I comunisti devono invece porsi il problema di trasformare la struttura sociale.

Lo sviluppo dei più grandi capitali transnazionali negli ultimi si è accompagnato ad ingenti investimenti nella capacità ci accaparrarsi, conservare ed elaborare dati.

Un’attenta analisi della prima opera di rilievo del giovane Lukács: Il dramma moderno

Proseguiamo nell’esposizione del pensiero di Lenin nell’interpretazione produttiva che ne ha dato Stefano Garroni
L’egemonia culturale statunitense non è casuale, ma è stata promossa dal secondo dopoguerra da istituzioni ben finanziate e organizzate come la CIA.

I socialipacifisti condannano astrattamente ogni forma di guerra, senza distinguere fra aggressioni imperialiste, guerre di popolo, guerre per difendere l’indipendenza nazionale, guerre partigiane e guerre civili rivoluzionarie

Il social-sciovinismo è, agli occhi di Lenin, la forma più compiuta dell’opportunismo.

Nell’analisi di Gramsci, la storia contemporanea produce la contrapposizione fra due forme opposte di totalitarismo, una progressiva e l’altra reazionaria
In Marx resta ben viva la lezione hegeliana, per cui lo stesso socialismo è pensato non come una negazione assoluta del capitalismo, ma come una sua negazione determinata, ossia come un superamento dialettico della società borghese
La critica di Lenin, purtroppo ancora attuale, alla “cultura nazionale” e al socialsciovinismo in nome del diritto dei popoli all’autodeterminazione e dell’internazionalismo proletario
Si intende mettere in evidenza l’incidenza decisiva che il confronto critico con la filosofia hegeliana, e segnatamente con il suo metodo dialettico, ha avuto nel configurarsi dell’originale marxismo di Lukács

Le riflessioni sull’arte di Bertolt Brecht

Le prime visioni del mondo filosofico-scientifiche, quali conflitti per l’egemonia nella lotta di classe sul piano delle sovrastrutture fra i nuovi ceti sociali emergenti e le vecchie classi dominanti che miravano, al contrario, a imporre la conservatrice concezione del mondo mitologico-religiosa.
Uno studio su Lenin quale omaggio a Stefano Garroni e al suo eccellente saggio “Lenin: la riflessione sul Partito. Un uso della dialettica”, proposta come appendice al volume Dialettica e socialità, Bulzoni, Roma 2000
Il capitalismo crepuscolare utilizza la cultura come una componente accessoria di pacchetti elaborati per fare profitti. Le masse popolari sono storicamente escluse dalla vera cultura, appannaggio esclusivo delle classi dominanti.
Lotta di classe e ideologia nel capitalismo crepuscolare.
La piena realizzazione storica degli ideali di libertà, eguaglianza e fraternità costituirà, al contempo, la realizzazione e il superamento del concetto di diritto, quale strumento di un potere politico separato dall’insieme sociale.

Le riflessioni sull’arte di Brecht e la loro valenza estetica.

La filosofia classica tedesca, non solo è stata elaborata proprio nel periodo della proclamazione dei diritti umani, ma può essere considerata la filosofia della Rivoluzione francese, di cui Marx coglie i limiti borghesi.
Per governare le aziende nell’era digitale ci vuole un capo-carismatico e impegnato che motivi i lavoratori ad andare oltre il profitto.
Proseguendo nella disamina della critica di Lenin ai sette peccati capitali del riformismo di destra e dell’opportunismo di sinistra, passiamo alla disamina critica del cosmopolitismo
Scopo di questo scritto è far emergere gli elementi di continuità nel corso dello sviluppo del pensiero di Lukács, utilizzando come filo conduttore e criterio interpretativo la svolta marxista, che consentirà di illuminare retrospettivamente il percorso della precedente riflessione
Gramsci è contrario all’instaurazione, durante il periodo di transizione al socialismo, di un diritto costituzionale di tipo tradizionale, in quanto scopo del nuovo Stato deve essere il suo togliersi dialetticamente mediante il progressivo assorbimento delle funzioni politiche nel corpo vivo della società civile
I diritti umani trovano il loro compimento/superamento – quali determinazioni non più astratte – divenendo concrete nell’uomo socialista, sorto dall’associazione dei produttori che ha tolto, nel processo di transizione, tanto la forma ideale, quanto il contenuto (l’individuo astratto dalla sua essenza sociale) della Dichiarazione borghese.
Il socialimperialismo e la conseguente formazione dell’aristocrazia operaia sono fra i maggiori responsabili del fallimento della Rivoluzione in occidente e del conseguente affermarsi dei fascismi.
Le ricerche del giovane Lukács sulle origini filosofiche del marxismo lo portano a indagare sull’influenza dell’opera di Hegel e Feuerbach nell’elaborazione della visione del mondo di Marx
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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